Macerata, portiere goleador. Emiliani: "Il gol, un'emozione forte"

Nei minuti di recupero l'estremo difensore del San Francesco Cingoli ha segnato su calcio di punizione contro il Largo Europa

Con la maglia gialla Emiliani, il portiere goleador

Con la maglia gialla Emiliani, il portiere goleador

Macerata, 24 ottobre 2019 - «Dopo il gol sono tornato in porta con le lacrime agli occhi e con i tifosi che urlavano il mio nome: da brividi». Il 29enne Loris Emiliani, portiere del San Francesco Cingoli, ha segnato al 92’ il gol del pareggio nel match interno con il Largo Europa nella partita valida per la sesta giornata del campionato di Seconda categoria. «È stata un’emozione enorme, quasi da non credere. Lì per lì non mi sono nemmeno reso conto di avere fatto qualcosa di unico e straordinario». Loris Emiliani, dipendente alla Falc Mobili, è di Grottaccia e ha giocato con Chiesanuova, Cingolana, Cingolana Apiro, Ediartis, Staffolo e da quattro anni con la San Francesco Cingoli.

In effetti non capita spesso che un portiere faccia gol battendo un calcio di punizione, ma come le è venuto in mente? «Avevo già battuto una punizione da centrocampo e pochi secondi dopo l’arbitro ne ha assegnata un’altra da 25-30 metri. Dentro me è scattato qualcosa, sentivo che avrei dovuto batterla».

I compagni cosa le hanno detto prima che calciasse? «Di andare a porta e altri di non fare pagliacciate, ma io ero convinto. Ripeto, sentivo dentro di me di doverla battere. Sulla palla c’erano altri due compagni ai quali ho chiesto di potere calciare io, loro mi hanno guardato sorpresi ma si sono tolti. Ho tirato più forte che mai e la palla è finita in rete».

Dopo cosa le è stato detto? «Mi hanno detto come ti è venuto in mente?».

Ha pensato a cosa può avere provato il suo collega al quale ha fatto gol? «Non vorrei mai essere nei panni del portiere che prende gol da un altro numero uno. Finora non mi è nemmeno capitato che che un portiere sia venuto in area quando la squadra batte un angolo, ma credo che mi metterebbe ansia vederlo prepararsi a battere un calcio di punizione».

Non è che ora ci ha preso gusto? «Gusto no, però ho voglia di riprovarci. Prima devo parlarne con i compagni, con l’allenatore e vedere la situazione della partita. Non dimentichiamo che ho calciato quando oramai non avevamo più nulla da perdere. Battere una punizione è un rischio perché in caso di sbaglio si può prendere gol».

In definitiva ha dimostrato di farsi valere sia con le mani con i piedi. «A me piace giocare con i piedi, in estate gioco a calcetto così finita la stagione agonistica lascio i guanti da portiere a casa. Amo avere la palla tra i piedi, fare partire l’azione, poi ho un rinvio lungo e ciò è un’arma che metto a disposizione del San Francesco Cingoli».

Quali sono gli obiettivi della stagione? «Disputare un torneo di medio-alta classifica raggiungendo al più presto la salvezza, poi magari potere lottare per un posto nei playoff».

Quale complimento le è rimasto impresso per il gol? «Ho ricevuto tanti complimenti al bar, a Cingoli un bambino che non conosco mi ha abbracciato dicendomi “sei il nostro idolo”».