MARINA VERDENELLI
Cronaca

Alluvione nelle Marche, l'inchiesta sulle cause: ponti tappati da tronchi e rami

I carabinieri forestali hanno sorvolato le zone dell’alluvione in elicottero: un filmato di due ore sarà consegnato alla Procura

Ancona, 19 settembre 2022 - La quantità di acqua piovuta è stata enorme ma a complicare la portata dei fiumi, Misa e Nevola, fino all’esondazione che ha raggiunto case e attività lavorative, è stato il tappo che si è creato sotto i ponti, fatto di alberi sradicati e grossi tronchi. Per capire come e perché il materiale legnoso sia finito nel bacino dei fiumi (le aste fluviali) i carabinieri acquisiranno altri documenti, a partire già da oggi, in vari enti delle zone interessate.

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Inchiesta sulle cause dell'alluvione nelle Marche
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È colpa delle manutenzioni non fatte? O fatte male? Si dovrà scavare nelle carte per capire se ci siano state negligenze negli interventi di manutenzione dei corsi d’acqua e quindi eventuali responsabilità. A far balzare subito all’occhio la quantità spropositata di vegetazione che ha fatto da tappo ai ponti, sotto i quali non è passata più acqua, creando dunque bacini che sono poi esondati, è stato il sorvolo che i carabinieri forestali di Ancona hanno fatto ieri mattina (video), a bordo di un elicottero in dotazione al quinto nucleo elicotteri Carabinieri di Pescara, sopra i corsi dei fiumi Misa e Nevola.

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Un sopralluogo aereo, per accertare lo stato degli argini e delle sponde, svolto su delega della Procura di Ancona che non ha ancora formalmente iscritto nessuno sul registro degli indagati, aprendo però un fascicolo per inondazione colposa e omicidio colposo plurimo (i morti accertati sono fermi a 11). Il sorvolo è partito dal porto di Senigallia poi si è diretto verso Arcevia per il Nevola, è arrivato a Sassoferrato ed è sceso sopra il Misa. Ha registrato due ore di video, consequenziali, dove oltre al tappo creato dal materiale legnoso sotto i ponti è emerso che le sezioni fluviali a monte, molto piccole, non sono bastate a contenere l’acqua piovuta.

Le immagini viste dall’alto hanno evidenziato uno stato di piena eccezionale. Il video verrà consegnato ai magistrati e verrà visionato poi attraverso strumentazioni tecnologiche per analizzare lo stato degli argini e soprattutto della manutenzione dei fiumi stessi. Intanto, c’è già una prima testimonianza raccolta dai carabinieri del Nucleo Investigativo che hanno sentito a sommarie informazioni il referente della Protezione Civile delle Marche che si occupa di pubblicare i bollettini meteo, come quello di allerta gialla diramato giovedì, ma di gran lunga sottovalutato visto gli esiti del maltempo che si è abbattuto sulla provincia di Ancona e quella di Pesaro e Urbino.

È un esperto meteo del centro funzionale multirischi, specializzato nel campo della previsione e prevenzione dei rischi idrogeologici, idrologici, metereologici e sismologici. I militari devono ricostruire i fatti anche a partire dall’allerta data alla popolazione.