Femminicidi e violenza, il rapporto: identikit delle vittime e dei mostri

Marche, lo studio si riferisce al 2022: tutti i dati. Ben 705 donne hanno cercato aiuto nella rete dei Centri antiviolenza

Ancona, 20 novembre 2023 – Concetta Marruocco aveva 53 anni, faceva l’infermiera e viveva a Cerreto d’Esi, in provincia di Ancona. La notte del 14 ottobre è stata massacrata in casa davanti alla figlia (16 anni appena) dall’ex marito Franco Panariello con trentanove colpi di mannaia. Marina Luzi di anni ne aveva 40, una famiglia e una bambina piccola. La mattina del 25 luglio, a Fossombrone (Pesaro-Urbino), il cognato Andrea Marchionni le ha puntato una pistola alla testa e ha fatto fuoco. Un colpo.

Femminicidi e violenza contro le donne nelle Marche: tra  i molti casi quelli di Marina Luzi e Concetta Marruocco
Femminicidi e violenza contro le donne nelle Marche: tra i molti casi quelli di Marina Luzi e Concetta Marruocco

Storie di donne uccise, femminicidi. Già centocinque in Italia nel 2023, due nelle Marche. L’anno scorso erano stati tre, uno nel 2021 e addirittura quattro nel 2020. La punta dell’iceberg, il punto di non ritorno. Ma che cosa c’è dietro? Violenze, abusi, soprusi, maltrattamenti, spesso subiti in silenzio tra mura (domestiche) che diventano prigioni di dolore in giorni senza fine.

IL RAPPORTO

Ma c’è chi dice no e trova il coraggio di ribellarsi, di scappare, denunciare. Anche se è dannatamente difficile, anche se l’orco è proprio lui, il bravo ragazzo, l’uomo portato sull’altare, il padre dei propri figli o la persona che si credeva più cara. L’anno scorso, nelle Marche, 705 donne hanno cercato aiuto nella rete dei Centri antiviolenza – 42 in più del 2021 (663), quasi due al giorno –, la maggior parte nelle province di Pesaro (245) e Macerata (212), poi nell’Anconetano (154), a Fermo (49) e Ascoli (45).

Nel 2020 erano state 483 e i casi sono più che raddoppiati in dieci anni, rispetto ai 307 del 2012. Sono i dati nero su bianco nel “Rapporto sulla violenza di genere nella regione Marche nel 2022", dal quale emerge “un trend del fenomeno in aumento, che assume, di volta in volta, i tratti della violenza fisica, psicologica, ma anche economica, e che delinea un panorama di latenza e profondo radicamento nella società”.

LE VITTIME

Chi sono le vittime? Soprattutto italiane (71%), d’età compresa tra 30 e 59 anni (è il 75% dei casi), spesso sposate o unite civilmente (284 casi, il 40,3%), ma anche nubili (219), divorziate oppure separate (182). Più della metà lavora e vive con figli minorenni (366, 51,9%) e/o col marito o partner (299). "L’ambiente domestico – scrive la commissione regionale sanità – è il luogo dove gli atti di violenza sono maggiormente perpetrati da parte di una figura maschile, quasi sempre il coniuge, molto spesso con lavoro stabile e senza apparenti problemi di natura psicologica". Parole come pietre. Ma affondano nella carne viva.

L’IDENTIKIT DEL MOSTRO

Il mostro della porta accanto, o della stanza accanto. L’autore delle violenze non è (quasi) mai uno sconosciuto. Anzi. È il marito (326 casi su 874, il 37,3%) o l’ex marito (9,3%), il compagno (15,2%) o l’ex compagno (7,4%), il fidanzato (5,3%) o l’ex fidanzato (4,7%). Ma occhio anche alle persone conosciute in chat e sul web. Che cosa hanno in comune? Il 51,7% ha tra 40 e 59 anni, un lavoro stabile e per quasi la metà dei casi non vive situazioni problematiche sul piano economico o della salute. Più di un quarto (244 casi, 27,9%), tuttavia, è dipendente da alcol, droga, gioco d’azzardo o abusa di psicofarmaci. Il 7,9% (69) ha precedenti penali, il 4% (35) debiti fino al collo. E le donne cosa c’entrano? Nulla, semplicemente nulla.

IL BOLLETTINO DELL’ORRORE

Eppure il report delle segnalazioni ai Centri antiviolenza delle Marche è un campionario dell’orrore. Ci sono le botte, quelle che lasciano lividi e ferite sul corpo e nell’anima, ma più ancora ricatti, soprusi e prevaricazioni. Alla voce violenza psicologica il numero è di 626 casi (88,8%) segnalati nel 2022, contro 487 di violenza fisica (69,1%) e 481 (68,2%) di minacce. Ma c’è anche la violenza economica: 339 segnalazioni (48,1%), che includono le situazioni in cui alla vittima è stato chiesto di fare da prestanome per affari sporchi.

Il 23,1% delle donne (163 casi) ha denunciato stupri, tentati stupri o altre violenze sessuali, molestie fisiche, online, revenge porn. E ancora: 157 casi di stalking o cyberstalking (22,3%), sei di matrimonio forzato o precoce, quattro di aborto forzato, tre di tratta per prostituzione e tortura. Più della metà delle donne che chiedono aiuto subisce violenza da più di cinque anni (392, 55,6%), in 190 casi (27%) il calvario va avanti da oltre un anno, soltanto per 23 è il primo episodio.

LA SPIA

Spesso e volentieri l’allarme scatta nei pronto soccorso. Da un’analisi degli accessi emerge che le donne che hanno avuto l’indicazione di almeno una diagnosi di violenza nel 2022 sono state 208, 198 adulte e 10 minorenni. L’anno prima erano state 195, 209 nel 2020 e addirittura 294 nel 2019. In 115 casi si tratta di maltrattamenti da parte di un adulto (non specificato), 26 sono di sindrome dell’adulto maltrattato, 18 di anamnesi personale di trauma psichico da violenza fisica, 15 di abuso sessuale e poi disadattamento sociale (7), abuso di minore emotivo/psicologico (5), abuso da parte del coniuge o partner (3), abuso fisico di minore (2) e una serie di altre casistiche.

Nelle case rifugio sono state accolte 143 donne e 137 ne sono uscite. Quanto al Reddito di libertà, introdotto nel 2020 per sostenere l’autonomia delle donne vittime di violenza, a oggi sono state presentate 154 domande e ne sono state accolte 60 (39%), per un totale erogato di 292.800 euro. Nel 2023 finora le domande sono state 29, ma solo una è in istruttoria e le altre non state accolte.