Salute Marche, filo diretto con Saltamartini: "Il mio cellulare sul sito regionale, in un giorno anche 173 telefonate"

Pronto? Risponde l’assessore. “Mi chiama la gente comune, così capisco come migliorare la sanità. Nove milioni per tagliare le liste d’attesa, rivoluzione al Cup e doppio binario nei pronto soccorso"

Il Pronto soccorso di Macerata e l'assessore Saltamartini

Il Pronto soccorso di Macerata e l'assessore Saltamartini

Ancona, 13 luglio 2023 – Per parlare col vicepresidente della Regione (e assessore alla sanità) Filippo Saltamartini non si deve prendere appuntamento, né fare anticamera o raccomandarsi a chissà quale santo in cielo o sulla terra. Basta alzare la cornetta (o prendere il cellulare) e chiamarlo. "Ho fatto mette re il mio numero di telefonino sul sito della Regione (sezione dedicata alla giunta, ndr ), mi serve per parlare con la gente e capire cosa non va e di cosa c’è bisogno", ammette candidamente. Evidentemente deve essersi sparsa la voce. "L’altro giorno ho preso 173 telefonate e se non posso rispondere, richiamo".

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Telefonate di che genere?

"Mi chiamano persone comuni. Ad esempio, mi ha telefonato un cittadino di un Comune dell’entroterra per dirmi che aveva chiamato il Cup regionale per prenotare una visita, ma gli avevano risposto di riprovare il giorno successivo, perché non c’era posto. Così ho chiamato i dirigenti del Cup per spiegare che non funziona più così e la procedura non era esatta".

Perché, come funziona ora?

"Per il Cup abbiamo introdotto una piccola rivoluzione, che sto cercando di far entrare a regime, anche se ci vorrà un po’. Prima, se non c’era posto, ti mettevano in lista di pre-appuntamento, in sostanza dovevi richiamare sperando che fosse la volta buona. Ora, invece, deve esserci la presa in carico del paziente. È il Cup che richiama il cittadino dopo avergli trovato posto per la prestazione sanitaria, che sia una visita o altro, nella provincia di residenza".

E questo come avviene?

"Ogni mattina si prendono in esame tutte le prestazioni inevase e si verifica se possono essere garantite con attività aggiuntive o supplementari. Se non può essere fatto, ci rivolgiamo alla sanità privata e acquistiamo le prestazioni di cui abbiamo bisogno. Oggi noi selezioniamo e compriamo dal privato solo ciò che serve, ovvero che non può essere erogato dal servizio sanitario regionale. Stop".

E avete stanziato 9 milioni per recuperare gli arretrati, visite, ricoveri e altre prestazioni, dunque per tagliare le liste d’attesa.

"Sì, sono quasi 5,9 milioni per l’attività ambulatoriale e il resto per l’attività chirurgica, ripartiti tra le aziende sanitarie sulla base di un’analisi della richiesta di prestazioni, dell’offerta di prestazioni erogata e del fabbisogno rappresentato dalle stesse aziende".

Come li trovate?

"Sono lo 0,3% del fondo sanitario nazionale destinato alla nostra regione, che il governo ci ha permesso di utilizzare per ridurre le liste d’attesa".

Risolveranno il problema?

"Mi faccia dire che il primo problema (annoso) da superare per le Marche è la mobilità passiva. Sono cittadini che vanno a curarsi in altre regioni, in particolare in Emilia-Romagna. Ogni anno spendiamo tra 150 e 160 milioni, 1,5 miliardi negli ultimi dieci anni. C’è un trend di spostamento verso il nord che erode risorse importanti ed è solo in parte mitigato dalla mobilità attiva dalle regioni del sud verso le Marche. Diciamo che ogni anno abbiamo un saldo negativo di 30 o 40 milioni di euro".

Che costa state facendo per fermare questa emorragia?

"Innanzitutto con la riforma della sanità ora abbiamo cinque aziende provinciali: dovranno garantire prestazioni sulla base della domanda, che abbiamo analizzato con uno studio di Politecnica e Bicocca. Sappiamo che cosa serve e dove. Aggiungo l’accordo innovativo con le farmacie, che erogheranno tutta una serie di prestazioni diagnostiche nella regione. È il primo di questo tipo in Italia".

C’è un problema di intasamento anche nei pronto soccorso.

"Qui stiamo facendo due operazioni. Al ministro avevo chiesto un intervento del governo per aumentare le indennità dei medici dell’emergenza, il governo ha recepito la richiesta con un dl e stanno arrivando i fondi. A questo punto proporremo a medici e infermieri un trattamento incentivante per garantire un turno supplementare: 100 euro all’ora per i medici e 50 agli infermieri. C’è poi il discorso degli accessi "impropri" per codici bianchi e verdi, che potrebbero essere risolti dai medici di famiglia. Ecco, con le prestazioni aggiuntive agiremo su un doppio binario: due medici in più per i codici bianchi e verdi, così da lasciare il triage al personale di turno del pronto soccorso".