Giornata omofobia, assessore Marche: "No alla teoria gender a scuola"

Giorgia Latini chiede al ministero di ritirare la circolare che invita a creare occasioni di approfondimento sulle discriminazioni

Giorgia Latini

Giorgia Latini

Ancona, 16 maggio 2022 - "No al gender nelle scuole!": a protestare è l'assessore regionale all'Istruzione delle Marche Giorgia Latini, che chiede al ministero di "ritirare la circolare del 17 maggio". Latini si riferisce alla circolare ministeriale sulla "Giornata internazionale contro l'omofobia, la bifobia e la transfobia, nonché contro ogni forma di atteggiamento pregiudiziale basato sull'orientamento sessuale".  I motivi della levata di scudi? Nella circolare, spiega "si invitano docenti e scuole di ogni grado, nell'ambito della propria autonomia didattica ed organizzativa a creare occasioni di approfondimento con i propri studenti sui temi legati alle discriminazioni, al rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, nell'ambito dei principi nazionali e internazionali". "Il timore fondato di tante famiglie - incalza l'assessore - condiviso dalla Lega e dal sottosegretario Rossano Sasso è che dietro la lotta contro le discriminazioni si nasconda in realtà la volontà di propagandare la teoria gender tra bambini e ragazzi. Un timore condiviso da tutti coloro che non vogliono vedere introdotti tra i banchi, surrettiziamente, i principi contenuti nel ddl Zan, peraltro già bocciato in Parlamento". 

Secondo Latini "la vera discriminata, da parte di chi vuole imporre la propria ideologia agli studenti, è la famiglia. Non risulta (spero di sbagliarmi) la stessa solerzia in occasione della Giornata Internazionale della famiglia, non risultano richieste agli insegnanti di approfondire il tema. Evidentemente queste ricorrenze vengono evidenziate soltanto quando vanno d'accordo con certe impostazioni ideologiche".  Latini ricorda poi il valore riconosciuto alla famiglia dall'art. 29 della Costituzione. "Chiediamo pertanto al ministero di ritirare la circolare. All'Ufficio scolastico regionale e ai dirigenti scolastici invece di vigilare affinché la lotta alle discriminazioni non diventi il modo di certa malapolitica di introdurre attraverso canali extraparlamentari ciò che non si è riusciti ad approvare in maniera democratica - conclude -. Questo tra l'altro violerebbe il consenso informato e la libertà educativa dei genitori. Questo non possiamo permetterlo a nessuno!".