Montese (Modena), 1 novembre 2022 - Da Montalto, frazione di Montese, che assieme a Semelano si incunea nel territorio di Zocca, parte l’idea di un circuito naturalistico interprovinciale, lungo antichi sentieri, da percorrere a piedi, a cavallo o in mountain bike, che coinvolge quattro comuni confinanti, due del modenese, Montese e Zocca, e due del Bolognese, Castel d’Aiano e Gaggio Montano.
Se ne parlerà sabato dalle 9, nella chiesa del borgo di Montalto Vecchio tra la Romea Nonantolana e la Piccola Cassia, presenti i quattro sindaci oltre a Giovanni Battista Pasini, presidente Uncem Emilia – Romagna.
Nell’occasione, Mattia Calzolari presenterà la sua ricerca ‘Montalto vecchio e Semelano, uno studio plurimillenario’. L’iniziativa, alla quale il pubblico è invitato, patrocinata dal Comune di Montese, si svolge in collaborazione con il Circolo Amici di Montalto. "Lungo questo percorso – spiega Francesco Bononcini, consigliere del Comune di Montese e moderatore dell’incontro – si potranno toccare molte emergenze naturalistiche e storiche. Oltre alla ricchezza di verde con castagneti secolari, boschi di querce e di faggi, corsi d’acqua e radure, sono presenti testimonianze di un passato che ha caratterizzato questi luoghi. Gaggio Montano, Montese e Castel d’Aiano, fra l’altro, sono intersecati da un sentiero che scavalca il Crinale del Monte Belvedere con testimonianza della Linea Gotica. Zocca si può raggiungere seguendo il percorso, già tratteggiato, che inizia a Santa Lucia di Castel d’Aiano. Poi, basta proseguire per Rosola per ritornare a Montalto passando da Semelano. Può fare parte di questo progetto un altro anello, fra la via Romea Nonantolana e la Piccola Cassia, che da Montalto Vecchio, lungo una vecchia careggiata, raggiunge Semelano, quindi Rosola Vecchia prima di ritornare a Montalto passando dalla Casaccia. Di recente, con partenza da Montalto Vecchio, è stato recuperato un sentiero che porta ai resti del castello medievale lungo il cui percorso si possono ammirare stupendi panorami che dalla catena del Cimone degradano verso i monti del Frignano fino alla vallata del Panaro".