MARIA SILVIA CABRI
Cronaca

Aldrovandi "Realizzarsi non rende felici"

Il regista apre la stagione di prosa all’Auditorium Montalcini di Mirandola con ’Come diventare ricchi e famosi da un momento all’altro’

Il drammaturgo. Emanuele Aldrovandi inaugura la stagione. a Mirandola

Il drammaturgo. Emanuele Aldrovandi inaugura la stagione. a Mirandola

Sarà il pluripremiato drammaturgo e regista Emanuele Aldrovandi a inaugurare stasera alle 21 la stagione di prosa del cartellone dell’Auditorium Montalcini di Mirandola. La pièce, coprodotta da ERT Emilia-Romagna Teatro, ha un titolo accattivante, ‘Come diventare ricchi e famosi da un momento all’altro’, e sul palco vedrà una madre e la sua ossessione per la realizzazione della figlia di soli sei anni, anche a costo di ingannare le altre persone.

Aldrovandi chi porta sul palcoscenico?

"Vari personaggi che hanno un rapporto diverso con la realizzazione e la felicità e nei quali il pubblico può variamente rispecchiarsi. Mi sono concentrato sugli effetti della nostra modernità, sulla disinformazione e sul sistema profondamente disfunzionale instaurato dai social, prima accusati di creare distanze tra le persone e in pochi anni considerati invece l’unico modo per avere contatti fra individui".

Realizzazione e felicità non coincidono?

"A livello teorico no, ma la società tende a farle coincidere. Lo spettacolo mette in crisi questo assioma. Le aspettative sono relative e diverse per ognuno di noi".

È giudice rispetto ai personaggi?

"Non li critico, nessuno è cattivo o negativo. Non voglio insegnare ma mettermi nei panni delle varie figure e stimolare l’immaginazione e l’immedesimarsi del pubblico, per cercare di capire le ragioni dei comportamenti".

In che modo affronta il tema? "Se il testo affronta il rapporto fra la felicità e la realizzazione personale, la chiave registica con cui ho deciso di metterlo in scena pone l’accento sul vortice ossessivo di chi è condannato a pensare una cosa e poi, nell’attimo successivo, esattamente la cosa opposta. La realtà si deforma sotto lo sguardo di chi è convinto di non poterla mai conoscere, ma solo ipotizzare".

Scrittura e scenografia: che stile ha scelto?

"La scrittura è estremamente concreta e realistica, ma l’allestimento è onirico e surreale, perché quello che viene messo in scena è il ricordo di un uomo che continua a rivivere la giornata nella quale la vita di una bambina di sei anni è cambiata per sempre".

In che rapporto si pone lo spettacolo con il precedente ‘L’Estinzione della razza umana’?

"Nell’altra rappresentazione ho raccontato in chiave tragicomica ciò che si è vissuto nei due anni di pandemia, ma non era quest’ultima la protagonista, bensì gli esseri umani e come hanno gestito quel momento. Analogamente in ‘Come diventare ricchi e famosi da un momento all’altro’, al centro non ci sono tanto l’arte, la fama, la realizzazione, ma i rapporti tra le persone".