
In discussione le dichiarazioni di alcuni amici che avevano visto l’imputato la mattina dopo l’omicidio . Sentita anche un’altra persona non coinvolta nei fatti: forse per il fazzoletto trovato nello pneumatico .
Un confronto tra due testimoni chiave per capire quale fosse la verità e, soprattutto, per capire se il terzo testimone avesse ‘ritrattato’ dinanzi ai conoscenti quanto dichiarato in sede di incidente probatorio. Al centro del contraddittorio-confronto ieri in aula, davanti alla Corte d’Assise nell’ambito del processo contro Mohamed Gaaloul, accusato dell’efferato omicidio della giovane mamma di Ravarino, Alice Neri la veridicità di quanto affermato dai testi nel corso delle indagini. O meglio: l’eventualità che l’imputato fosse sporco d’olio il 18 novembre del 2022. Ieri il teste chiamato in ballo dall’amico ha negato di essere tornato sull’argomento dopo l’incidente probatorio e, soprattutto, di aver affermato che il terzo teste – a suo dire – avesse mentito circa la presenza di olio sugli abiti dell’imputato. "Ai carabinieri aveva detto di essere un meccanico e di conoscere la differenza tra grasso e olio", ha precisato l’uomo. L’udienza si è aperta con la deposizione di un carabiniere del nucleo operativo rispettivamente agli accertamenti in corso sulle posizioni gps e sugli impegni lavorativi o meno dei tre amici dell’imputato che, appunto, lo avrebbero visto la mattina del 18 novembre (l’omicidio avvenne nella notte tra il 17 e il 1). Dopo di che è andato in scena un ‘confuso’ confronto tra i due testi. "Sono certo che questa attività di integrazione istruttoria disposta dalla Corte sarà utile nella ricostruzione dei fatti", dichiara il legale dell’imputato, avvocato Roberto Ghini. "Anche oggi (ieri, ndr) è emersa in maniera evidente l’incompletezza delle indagini e come, purtroppo, certi errori commessi nei primi mesi di indagini siano di fatto irrecuperabili".
Nel pomeriggio a porte chiuse è stata sentita anche una persona non coinvolta nei fatti. Bocche cucite all’uscita – sulle dichiarazioni rese della stessa vige lo stretto riserbo – ma l’audizione potrebbe essere collegata al dato emerso nel corso della passata udienza, ovvero la presenza di un fazzoletto rinvenuto dalla criminalista Katia Sartori nel corso di un sopralluogo sul luogo del delitto. Un fazzoletto trovato inglobato nella carcassa dello pneumatico della vettura della vittima, in cui sono state isolate tracce di liquido seminale riconducibile ad un soggetto poi sentito in aula. "In accordo con Patrizia e Matteo, vista la sollecitazione pervenuta a tutte le Parti dalla Corte di Assise, abbiamo deciso che per evitare equivoci, fraintendimenti o strumentalizzazioni, sino al termine del processo non rilasceremo dichiarazione ai mezzi di informazione", affermano invece gli avvocati dei familiari della vittima, Cosimo Zaccaria e Marco Pellegrini. Nel corso della prossima udienza saranno messe a confronto le tre consulenze, i medici legali Sara Mantovani (nominata dalla difesa) e Alessandra Silvestri (per la parte civile) oltre alla dottoressa Raffaella Sorropago, esperta in balistica forense e criminologa, perito della difesa. Le tre ‘tecniche’ dovranno riferire circa la possibilità che, nonostante le ferite, numerose, la vittima non abbia sanguinato.