Alice Neri uccisa e bruciata, spunta l’auto del mistero: "Seguiva la sua Ford Fiesta"

Le indagini ora puntano verso questo elemento sospetto: un’Alfa Romeo Mito le era dietro nella notte dell’omicidio. Ricerche anche nel Mantovano dove vive il fratello dell’indagato

Modena, 14 gennaio 2023 – C’è un elemento – già emerso ma ora preso in considerazione con più forza dagli inquirenti – nel giallo della morte di Alice Neri, la 32enne modenese trovata carbonizzata nella sua auto nelle campagne di Fossa di Concordia, piccolo paese al confine tra le province di Modena e Mantova. UnAlfa Romeo Mito bianca che ha seguito la Ford Fiesta azzurra della vittima dopo che quest’ultima era rimasta ferma per un’ora (tra le 4 e le 5 del mattino del 18 novembre) sull’argine del Sabbioncello.

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La donna era presumibilmente insieme al principale indiziato del suo omicidio, il 29enne Mohamed Gaaloul, visto da alcuni testimoni salire in auto con la donna nel parcheggio di un locale dove la 32enne aveva trascorso la serata. Ripartita dall’arginetto, è in quel momento che nello stesso punto compare una seconda auto. Gli inquirenti stanno cercando di capire a chi appartenga quella Alfa Romeo Mito intercettata in quei minuti nelle campagne.

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La Mito bianca, in un tratto di strada, si era accodata alla Ford Fiesta della vittima. In questo modo i fari di quella seconda vettura avevano reso possibile agli inquirenti leggere la targa dell’auto di Alice. Ma la domanda sorge spontanea: cosa ci faceva la Mito a quell’ora del mattino a poca distanza dalla vettura della vittima? E’ possibile che la stesse seguendo? Le telecamere di una abitazione riprendono l’auto bianca ‘alle calcagna’ della Fiesta. In particolare, alle 5.12, ovvero quando la Ford si rimette in carreggiata dopo essere rimasta ferma lungo l’argine per circa un’ora, viene ripreso il passaggio dell’Alfa Romeo.

La vettura percorre la provinciale proprio mentre l’auto di Alice percorre l’ultimo tratto di via Forella. Dopo di che la Mito sopraggiunge sulla strada provinciale e nel mentre la Ford svolta in via Vallalta, verso la frazione. Alle 5.14 la telecamera comunale riprende il passaggio della Ford seguita a breve distanza dall’Alfa Romeo. Sempre alle 5.14 la vettura di Alice giunge nuovamente all’intersezione con via Rocca, per poi svoltare a destra e nel frattempo sopraggiunge anche la Mito che a sua volta svolta nella stessa strada. Alle 5.15 la Fiesta svolta a destra, in via Mazzalupi mentre in fondo si nota il sopraggiungere della Mito. Quindi dopo tre minuti di quello che pare a tutti gli effetti un ‘pedinamento’ la Mito svolta a sinistra, sparendo dagli occhi delle telecamere.

E’ lecito chiedersi a questo punto chi ci fosse al volante e cosa facesse all’alba in mezzo alle campagne di Concordia così come risulta spontaneo chiedersi se il conducente si fosse posto all’inseguimento dell’auto della vittima per poi far perdere le proprie tracce. Ma c’è anche un secondo punto oscuro: dal telefono della vittima parte alle 4.50 una ricerca relativa ad un paese del Mantovano, nei pressi di Poggio Rusco. Il fratello dell’indagato risiede nel comune mantovano di San Giovanni del Dosso. Luogo in cui si arriva facilmente, partendo dalle campagne di Fossa, dove è stato rinvenuto il cadavere, percorrendo una strada bianca. Chi ha effettuato quelle ricerche sul telefonino della vittima e, soprattutto, è plausibile che Alice fosse ancora viva a quell’ora? Se sì, cosa è accaduto dopo, quando la Ford, alle 5.12, si è immessa sulla provinciale? Puo’ essere una ‘chiave’ di svolta quell’auto bianca, la vettura ‘fantasma’ che per almeno tre minuti si è accodata alla Ford azzurra?

Intanto ieri l’avvocato Roberto Ghini, difensore di Gaaloul, ha chiesto la scarcerazione del 29enne al Tribunale della Libertà di Bologna: "Ritengo non vi sia un grave quadro indiziario o, per meglio dire, che gli indizi raccolti non raggiungano quel grado di gravità che giustifica un’ordinanza cautelare. Dobbiamo aspettarci, per la decisione, tempi abbastanza brevi. È sicuramente possibile che la Procura in quella sede depositi ulteriori atti di indagine".