Alice Neri, cellulare di Mohamed ai raggi x

Il telefonino del giovane accusato dell’omicidio era in Germania e ora è già nelle mani dei carabinieri che lo stanno analizzando

Modena, 8 gennaio 2023 - Sarebbe già nelle mani dei carabinieri il cellulare di Mohamed Gaaloul, il tunisino 29enne accusato dell’omicidio di Alice Neri. Infatti il giovane straniero ha indicato alle forze dell’ordine dove aveva lasciato il proprio telefonino: ovvero in Germania, insieme ad altri effetti personali. Sicuramente i dati del dispositivo saranno ora estrapolati dai tecnici e analizzati, al fine di ricostruire ogni singolo spostamento del giovane indagato la notte dell’omicidio.

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Dal telefonino sarà anche possibile capire se eventualmente il giovane sia stato aiutato nella fuga e se abbia parlato con qualcuno di quanto avvenuto quell’ormai misterioso 18 novembre. Contestualmente il difensore di Mohamed, l’avvocato Roberto Ghini ha chiesto e ottenuto di poter accedere alle tantissime ore di filmati registrati dalle telecamere di videosorveglianza della zona. Tra i quesiti irrisolti c’è ad esempio quello relativo al ritorno del tunisino dal luogo in cui l’auto è stata data alle fiamme, con all’interno il corpo della vittima. Parliamo infatti di una zona in aperta campagna dove, tra l’altro, venerdì mattina è spuntato tra la cenere un reggiseno rosa che potrebbe essere appartenuto alla vittima.

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Un capo intimo che – secondo il marito Nicholas Negrini – è simile a quelli che era solita indossare Alice e che magari non aveva addosso quella sera ma, trattandosi di un costume, custodiva all’interno della vettura. Ma, tornando ai punti ancora oscuri dell’agghiacciante femminicidio, c’è anche quello legato ai diversi spostamenti effettuati dalla vettura della vittima quella notte. La Ford Fiesta parte alle 3.40 dallo Smart cafè di Concordia: pochi istanti prima il tunisino sarebbe salito a bordo dell’auto della vittima. L’auto, ad esempio, alle 3.42 pende l’iniziale direzione di via Martiri della Libertà ma, subito dopo, corregge il senso di marcia svoltando in direzione Vallalta, dove viveva il tunisino. Dopo di che la Ford svolta in via Forella ma, esattamente cinque minuti dopo, la vettura percorre la strada in senso contrario per poi tornare in direzione dell’incrocio con via Vallalta. Alle 4.03 la Ford accede ancora in via Forella e la percorre fino, probabilmente, al lungargine. I puntini luminosi dei fari vengono ‘intercettati’ dalle telecamere nuovamente alle 5.09 e alle 5.12 la telecamera riprende l’auto sempre in direzione Vallalta quando incrocia un secondo veicolo, la cui targa non è stata individuata.

Alle 5.15 la Ford, con alle spalle la seconda vettura imbocca via Mazzalupi da dove, teoricamente, si sarebbe poi diretta verso quella zona tra due laghetti, a Fossa, dove è stato rinvenuto l’indomani il corpo carbonizzato. E’ qui che nasce il quesito: perchè spostarsi così tante volte nella zona? Se Alice è stata uccisa in quell’ora in cui la Ford è rimasta ferma sul lungargine, poiché ‘azzardare’ un nuovo spostamento? Oppure il delitto è avvenuto successivamente?