Alice Neri, Mohamed non parla di lei e si difende: "Non sono fuggito". Ecco l’interrogatorio

Omicidio di Concordia, il tunisino di 29 anni è arrivato mercoledì e ieri ha incontrato il giudice in carcere. "Ero in Francia per motivi di lavoro e sono in grado di dimostrarlo". Scena muta sulla ragazza uccisa

Modena, 6 gennaio 2023 – «Non sono scappato dall’Italia: sono andato in Francia a lavorare come imbianchino poiché mi avevano offerto un’opportunità. La polizia mi ha pure fermato e controllato alla frontiera e ho fornito i miei documenti senza alcun problema. Ho vissuto tra la Germania e la Francia spostandomi per questioni di lavoro tant’è che il mio cellulare è rimasto in Germania".

Alice Neri e Mohamed Gaaloul
Alice Neri e Mohamed Gaaloul

E’ stato interrogato ieri in carcere davanti al Gip Mohamed Gaaloul, il tunisino 29enne indagato per il terribile omicidio della giovane mamma di Ravarino, Alice Neri. Lo straniero, fermato in Francia dopo il mandato di cattura europeo e atterrato mercoledì a Linate, ha rilasciato spontanee dichiarazioni alla presenza del proprio legale di fiducia, l’avvocato Roberto Ghini. Gaaloul, in sostanza, ha ribadito in pochi minuti di non essere sfuggito alla cattura, ma di essersi recato in Francia per poter lavorare come imbianchino.

Inoltre il tunisino ha fornito il nome dell’azienda per la quale, appunto, avrebbe svolto i lavori, sottolineando di non essere in possesso del cellulare in quanto rimasto in Germania, dove tornava la sera per dormire.

A quanto pare Mohamed si sarebbe dichiarato estraneo ai fatti contestati ma nulla avrebbe detto al giudice per le indagini preliminari circa l’incontro, la notte del delitto, con la vittima. Non sarebbe entrato nel merito, su consiglio del proprio legale, avvalendosi della facoltà di non rispondere. L’analisi dei dati del suo cellulare, una volta sequestrato, potrà essere però utile alla difesa: dalla verifica dei ‘contenuti’, infatti, sarà probabilmente possibile recuperare elementi fondamentali per la localizzazione del telefono e, quindi, per la ricostruzione, la notte del 17 novembre, degli spostamenti del giovane. Secondo la procura nei confronti del 29enne vi sarebbero chiari indizi di colpevolezza: la sua presenza, inconfutabile, allo Smart cafè la sera in cui Alice si era recata nel locale per trascorrere qualche ora in compagnia del collega.

La sua bicicletta, rimasta nel cortile del bar fino al giorno successivo ma anche la sua stessa ammissione: Mohamed rivelò di essere salito a bordo dell’auto della vittima dopo aver accettato un passaggio. Solo il tunisino, però, potrà chiarire i tanti misteri che ruotano attorno alla delicata vicenda.

Alle 3.40 Alice Neri aveva impostato su Google Maps la località Ravarino, probabilmente in cerca della strada di casa ma, pochi istanti dopo, aveva impostato la ricerca ‘Vallalta’, ovvero il luogo in cui l’indagato viveva. Le telecamere, poi, avevano registrato sia ‘l’ombra’ di Mohamed vicina all’auto della vittima sia i successivi spostamenti della vettura ma, intorno alle 5.12, gli occhi elettronici avevano intercettato anche il passaggio di una seconda vettura nella zona, proprio mentre la Ford Fiesta di Alice si dirigeva a Fossa di Concordia, tra quei due laghetti dove, l’indomani, è stato rinvenuto il corpo carbonizzato della vittima. Qualcuno potrebbe aver aiutato Gaaloul a compiere l’atroce delitto? Oppure ci sono altre persone coinvolte nell’agghiacciante vicenda? Ma , soprattutto, quale potrebbe essere il movente di un omicidio così efferato? Tanti misteri che, ancora oggi, attendono di essere svelati.