REDAZIONE MODENA

Aria di Modena tra l’eterno dialetto e gli scrittori locali

L'articolo di Beppe Zagaglia celebra la modenesità attraverso ricordi di personaggi locali che amavano Modena e il dialetto, come Euro Carnevali. La nostalgia per la città e la Ghirlandina emerge con affetto e rispetto.

La modenesità… l’ho già scritto. Per me è quell’aria leggera che ti rende felice e si respira non sempre, ma sempre al Mercato Coperto. Oppure la puoi sentire in certe occasioni, in certe serate e il giovedì grasso con Sandrone in piazza Grande, o quando parli in dialetto con gli amici e ancora, sempre, con certe persone che purtroppo non ci sono più. Perché chi ha avuto la fortuna di conoscerle ha ancora un ricordo bellissimo. E qui, cado di nuovo nel già scritto, ma vale sempre la pena ricordare questi scrittori, ma se pensate ai loro nomi (Zanasi Benedetti, Pellati, Bisi, Casarini, Urbini, Marenzi, Preti), li ho nominati più e più volte. Questa volta vorrei inserire nei ricordi altri personaggi che ho conosciuto, anche se superficialmente.

Colombini, Baraldi e Zanfi, ’al fiol d’la mestra’ grandissimo, anche se era piccolo. Ha scritto la storia di Modena in dialetto che varrebbe la pena tradurre in italiano. E’ divertentissima!. Poi me ne vengono in mente tanti altri di cui non ricordo più il nome ma tutti avevano in comune l’amore per Modena e per la Ghirlandina.

’Ghirlandeina, vèta mia….’ Dice la canzone ed era quasi la vita di un altro amico, Euro Carnevali. Mi sono capitati in mano i libricini che mi mandava da un paesino sperduto, vicino a Udine, dove era in esilio al seguito di sua figlia. Sognava Modena e ogni tanto mi telefonava e parlavamo in dialetto. Dicevo, in questi giorni ho ritrovato i suoi librini che avevo quasi dimenticato e li ho riletti. Sono deliziosi, dedicati uno a Dante, un altro alla Secchia Rapita, al Tassoni, a Modena. Con tante immagini, fotocopie di stampe e articoli dei nostri giornali, il Carlino e la Gazzetta e Qui Modena, la Sframbla e lo Spillo di Norlenghi e tante vecchie fotografie e testi, caricature di Molinari, sue poesie e canzoni, racconti, perché Euro ’l’era capaz ed tot!’ Eravamo amici quando aveva la biblioteca circolante privata in Canalchiaro, proprio di fronte all’inizio di via Cervetta, dove io avevo il negozio e l’andavo a trovare ed era sempre divertente stare un po’ assieme in dialetto. Poi la pugnalata nel cuore, l’esilio lontano dalla Ghirlandina, dagli amici, dal dialetto. Era più vecchio di me e aveva superato i novanta; pochi mesi prima di morire mi aveva mandato una sua fotografia dove lui è sorridente, con le braccia aperte e sopra una scritta: ’Se non arriverò a Cento, mi fermerò a Ferrara!’. Non è arrivato ai cento anni ma non si è neanche fermato a Ferrara, ma a Modena, dove aveva avuto la sua biblioteca e il suo cuore, proprio vicino alla Ghirlandina.

Beppe Zagaglia