Modena, 20 ottobre 2016 - La libertà di scelta è un diritto anche quando influisce sulla libertà altrui? La salute di una comunità può essere soggetta al ‘libero arbitrio’? Sono centinaia i cittadini che rivendicano l’obiezione vaccinale, tanto che mentre la nostra regione si appresta a varare l’obbligo per i bimbi iscritti al nido, si è già fatto avanti il fronte contrario, con petizioni firmate da migliaia di cittadini. Quello del vaccino obbligatorio resta un tema discusso e delicato; ovvio però che, senza entrare nel merito di cosa sia giusto o sbagliato, porti a riflettere il caso relativo ad un’associazione, alla quale fa capo un ‘giardino d’infanzia’ dove vi sono state il mese scorso almeno quattro segnalazioni di sospetta pertosse in altrettanti bambini, tra cui due fratelli. I casi sospetti di sindrome pertussoide sono stati registrati nel giardino d’infanzia Casa dell’Olmo (che si trova in città) gestito dall’associazione Amici della pedagogia Steineriana, San Michele e il drago.
Si tratta di una scuola basata sul modello di oltre 800 scuole steineriane diffuse nel mondo, legate ad una corrente di pensiero particolarmente diffusa nella nostra Regione, in particolare a Reggio Emilia e Bologna. La pedagogia steineriana, infatti, conta di scuole materne ed elementari che seguono il metodo educativo basato sul pensiero del filosofo Rudolf Steiner, simile per alcuni fattori a quello montessoriano, che vede il bambino come essere individuale, creativo e spirituale. Ma cosa c’entra l’obiezione vaccinale? Il metodo è strettamente legato alla medicina antroposofica – la società fu fondata dallo stesso Steiner – simile all’omeopatia.
La stessa ammette i farmaci tradizionali ma con alcune limitazioni e alcuni vaccini e antibiotici sono ritenuti dannosi per la salute. In tal contesto, dunque, si inseriscono le segnalazioni dell’infezione, registrati tutti nel mese di ottobre. Gli oltre cento genitori iscritti all’associazione, infatti, avrebbero scelto metodi naturali per curare i propri figli. Quando si è insediato il sospetto dei focolai, a tutti i pediatri è stata inviata una mail affinchè si iniziasse la prevenzione. Perché di pertosse si può morire, come accaduto lo scorso anno, a inizio ottobre, al Sant’Orsola di Bologna, dove si è spenta una bimba di appena 28 giorni. Si tratta di una sindrome in cui la tosse può durare per settimane, portando a sintomi più gravi e quasi il due per cento di bimbi infetti con meno di due anni di età muore.
Dal consiglio di amministrazione dell’associazione confermano i casi sospetti, pur sottolineando come gli stessi non siano conclamati. «Ci hanno avvisato anche perché i bimbi stanno tutti insieme – spiegano – ma qui ogni genitore decide per il proprio bambino. Io per scelta non ho vaccinato i miei figli, ben consapevole dei pro e contro. Vogliamo anche rimarcare come la nostra sia un’associazione e non una scuola materna, perché il metodo prevede la piena partecipazione dei genitori. Ci si trova insieme per organizzare feste, convegni anche sulla salute, conferenze e iniziative per i bambini».