EMANUELA ZANASI
Cronaca

Baby gang, il pentimento di Marco: "In gruppo ci sentivamo invincibili. Poi ho deciso di cambiare vita"

La testimonianza di un giovane di 19 anni che ha fatto parte della banda Daisan, sgominata dalla polizia "Abbiamo avuto troppi guai e non volevo essere guardato come una brutta persona dalla mia famiglia".

Fenomeno baby gang sempre più preoccupante

Fenomeno baby gang sempre più preoccupante

Modena, 5 maggio 2024 – Marco, nome di fantasia, ha 19 anni, nato a Modena da genitori filippini ha fatto parte della baby gang chiamata ‘Daisan’ una di quelle che spadroneggiava in giro per la città, finita nella rete della squadra mobile in un’operazione di due anni fa. Marco ora ha cambiato vita, dopo la scuola lavora. "Ci credevamo invincibili– ha detto - ma quando in tribunale ho visto mia madre in lacrime ho deciso di cambiare vita"

Marco, perché Daisan?

"All’inizio eravamo solo filippini, infatti Daisan è preso dai numeri filippini, poi col tempo si sono unite anche altri. All’inizio eravamo solo un gruppo di ragazzi che uscivano insieme e si divertivano".

E poi?

"Ho assistito ad una rissa del gruppo contro un altro e abbiamo vinto. Ci siamo spostati al Novi Sad e abbiamo cominciato a fare queste prese e atterramenti, prove di forza tra di noi per capire chi era il più forte. Poi sono cominciate le risse con altre bande, inizialmente a cause di ragazze contese. Ci sentivamo invincibili".

Poi però sono cominciati i guai giudiziari...

"C’è stata una grossa rissa, eravamo in tantissimi contro un gruppo di Formigine. In molti sono finiti in Questura e il gruppo dopo si è dimezzato. Riprendevamo ogni nostra bravata con i telefoni, ed è stato il nostro errore".

Parliamo anche di furti, estorsioni, sono reati gravi..

"Si lo so. Anche la droga, qualcuno ha cominciato a farsi le canne e qualcuno anche a spacciare".

Il problema è che le baby gang creano anche disagio, insicurezza tra i cittadini…

"E’ vero ma il problema è il gruppo; più eravamo più ci sentivamo forti, imbattibili, qualsiasi cosa o qualcuno che ti dava fastidio, visto che avevai sempre vinto, non ti interessava niente".

E’ vero che spesso i leader hanno 13, 14 anni?

"Si, anche nel nostro gruppo è stato così; una volta uno di loro ci ha detto di entrare nella sua scuola e devastare tutto e noi abbiamo obbedito, l’abbiamo fatto senza battere ciglio senza problemi".

Perché tu sei uscito dal gruppo?

"Abbiamo avuto troppi guai e non volevo più averne, ma soprattutto non volevo essere visto come una brutta persona dalla mia famiglia. Non è stato difficile uscire perché alla fine ci stavamo un po’ tutti su".

Cosa ti ha fatto svoltare?

"La mia famiglia prima di tutto, perché non volevo essere per loro una delusione. Quando sono finito in tribunale e ho visto mia madre in lacrime, ho capito che dovevo cambiare non volevo che dovesse rimetterci lei per colpa mia".

Cosa diresti a un ragazzo che entra in questo tipo di gruppi?

"Direi che è giusto uscire con amici ma devi avere la tua testa, non farti mai condizionare perché se fai una cosa perché te lo dicono gli altri è comunque colpa tua, sei tu il responsabile".

Il gruppo è tutto insomma?

"Si , tutte quelle cose che sono state fatte le abbiamo fatte perché ci sentivamo forti in gruppo, presi singolarmente non eravamo niente".