
'Bella ciao’ è la colonna sonora dell’antifascismo
Modena, 16 luglio 2021 - Si trattò di una 'radunata sediziosa' e pure armata; ovvero di una riunione di oltre dieci persone diretta a provocare pubblico scompiglio nella vita collettiva attraverso un atteggiamento ostile di ribellione e non di una manifestazione non autorizzata. A sorpresa il giudice ha rimandato gli atti alla procura affinchè riformuli l’imputazione in “radunata sediziosa”, appunto, nei confronti dei 25 manifestanti che, ad agosto 2017, intonarono Bella Ciao davanti a un presidio di Forza Nuova a Carpi.
I giovani attivisti, infatti, avevano raggiunto un banchetto di estrema destra ed avevano iniziato a cantare, allontanandosi da un altro corteo organizzato in centro storico. Il processo in realtà girava attorno ad un concetto complesso: il confine - in un determinato contesto - della libertà di parola ed espressione e, nella circostanza, anche di canto.
Il pm Federica Benati aveva chiesto condanne ‘quadruplicate’ rispetto a quelle previste dall’iniziale decreto penale di condanna per i 26 antifascisti imputati di partecipazione a ‘manifestazione non autorizzata’ per aver appunto intonato in coro ’Bella ciao’.
Il giudice ha sostanzialmente ritenuto errato il reato contestato; chiedendo alla procura la riqualificazione dello stesso in radunata sediziosa armata. Decisione ritenuta assurda dalla difesa. Uno degli imputati è stato invece assolto per non aver commesso il fatto.