"Non attiene alle competenze del Consiglio comunale, ma al comandante e ai dirigenti preposti, proporre agli agenti di polizia locale di Modena la sperimentazione del taser, che è a tutti gli effetti un’arma e non incide sulla sicurezza del territorio". Con questa motivazione, il Consiglio comunale di Modena non ha approvato la mozione proposta da Fratelli d’Italia, Lega Modena, Forza Italia e Modena in ascolto.
La mozione è stata respinta con il voto a favore dei proponenti, quello contrario di Pd e Avs e l’astensione di M5s, e Pri-Azione. "I recenti episodi di cronaca generano molte perplessità sulle effettive conseguenze dell’utilizzo del taser, che è da considerarsi un’arma di offesa e quindi, in quanto tale, incide solo in chiave repressiva sulla sicurezza". È quanto condiviso dai gruppi contrari all’utilizzo del dispositivo. In particolare, per Fabio Poggi, Alberto Bignardi, Federica Di Padova, Gianluca Fanti e Diego Lenzini (Pd) "la sicurezza si costruisce non solo con più agenti in strada ma, soprattutto, con azioni di prevenzione, giustizia sociale e inclusione: senza coesione sociale nessuna sicurezza è duratura". Il gruppo ha quindi parlato di "mozione da respingere sia nel merito, perché parliamo di un’arma, particolarmente dannosa per alcuni soggetti fragili, sia nel metodo, perché la scelta degli strumenti di sicurezza della polizia locale da adottare non rientra tra le competenze del Consiglio comunale, ma attiene al comandante e ai dirigenti".
Aprendo il dibattito, Giovanni Bertoldi (Lega Modena) ha invece sostenuto la necessità della sperimentazione parlando del taser come strumento ’intermedio’ rispetto all’arma da fuoco. Nel sottolineare anche maggiori tutele legali per gli agenti, ha aggiunto: "Poter contare su taser e bodycam significa più sicurezza per tutti, anche per chi viene fermato". Per Fratelli d’Italia Luca Negrini, Elisa Rossini, Ferdinando Pulitanò, Paolo Barani e Dario Franco, hanno sostenuto che "prima viene l’ordine, poi la coesione sociale: il taser serve a rendere i cittadini liberi e responsabili, anche perché, statisticamente, la sola vista dello strumento ha già un effetto deterrente".
Andrea Mazzi (Modena in ascolto) ha respinto l’idea che il centrodestra voglia uno ’stato di polizia’. Ha quindi ricordato le parole del sindaco Mezzetti sul fatto che "il taser non è un tabù", sottolineando come il vero nodo sia l’organizzazione e la formazione della polizia locale, tema su cui, a suo giudizio, la maggioranza rimane chiusa al confronto. Piergiulio Giacobazzi (Forza Italia) ha criticato l’atteggiamento di chi, a suo avviso, continua a trattare i disonesti come fossero onesti. Per Avs, Martino Abrate e Laura Ferrari "il taser non può essere trattato al pari degli altri dispositivi di sicurezza dei lavoratori. L’utilizzo è da valutare con cautela".
Motivando il voto d’astensione, Giovanni Silingardi (M5s) ha affermato che "sì, il taser può essere uno strumento di protezione per la polizia locale, ma non spetta al Consiglio sceglierne l’adozione". Anche Paolo Ballestrazzi (Pri-Azione) ha annunciato il voto di astensione, sottolineando che "se le normative prevedono l’utilizzo di questo strumento non si capisce perché la nostra polizia non debba averlo".