
Detenuti, tirocini e laboratori in carcere. Filo diretto con le aziende
Trovare una nuova vita dopo il carcere, una riabilitazione personale attraverso il lavoro. Va in questa direzione il progetto di Coopattiva e dell’Associazione per la Responsabilità Sociale di Impresa di Modena che hanno realizzato un laboratorio all’interno del carcere di Sant’Anna. Qui i detenuti, selezionati dalla direzione dell’istituto, vengono formati per svolgere un’attività in conto terzi. "I detenuti vengono inseriti in un percorso di tirocinio formativo, seguito da un percorso per una possibile assunzione – ha spiegato Giorgio Sgarbi, direttore Coopattiva – il progetto è nato grazie anche al finanziamento del vescovo di Modena don Erio Castellucci che ha contribuito con la copertura dei costi di avvio". Ieri oltre alla stampa all’interno del Sant’Anna c’erano alcuni imprenditori, perché è questo il cuore del progetto; collegare il carcere con il tessuto produttivo esterno dando un’opportunità anche agli imprenditori che possono godere di agevolazioni fiscali. "Il fatto di potere contare su un’azienda come Coopattiva è anche una garanzia per poter superare timori e perplessità di fronte all’assunzione di detenuti", ha aggiunto Elena Salda (nella foto con Sgarbi), presidente dell’Associazione per la RSI. Nel carcere ci sono ora 520 detenuti, solo 31 le donne. La formazione è una priorità al Sant’Anna. 16 le persone che stanno già seguendo un percorso di lavoro esterno, altre sei sono impegnate nel laboratorio di Coopattiva. In cantiere tanti progetti: un laboratorio di sartoria per le donne e uno gastronomico. "Vedo nelle persone coinvolte nel progetto la voglia di ricostruirsi tramite il lavoro" ha detto Simona Vacondio che segue i detenuti per Coopattiva.
Emanuela Zanasi