"Elena sognava di diventare avvocato"

Studenti e vertici dell’Ateneo hanno ricodato ieri la ragazza morta in un incidente stradale

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"La nostra Elena era una ragazza molto solare e divertente che sognava di fare l’avvocato e ora il destino ce l’ha strappata. Lei non c’è più". Sono inconsolabili Anna Catrambrone e Francesco Russo, genitori di Elena Russo, che ieri hanno partecipato alla commemorazione della figlia al dipartimento di Giurisprudenza dell’università. La ragazza è scomparsa il 30 gennaio in uno centrando un palo in auto mentre consegnava pizze nelle campagne di Reggio, lasciando un grande vuoto nella famiglia, tra gli amici, ma appunto anche in ateneo e presso i volontari della Croce Rossa dove prestava servizio. Una serie di palloncini bianchi si sono levati dall’atrio universitario mentre i tanti presenti – tra cui i vertici di Unimore e tantissimi ragazzi – osservavano il grande mazzo di fiori con una bellissima fotografia della ragazza scomparsa contornato da candele accese. Qui, in questo palazzo di via San Geminiano, la studentessa al secondo anno partecipava con entusiasmo alle lezioni da qualche mese dopo che il primo anno da matricola dell’ateneo era stata costretta, come i suoi compagni, a seguirlo online come ricordano ancora i genitori che pubblicamente hanno preferito non intervenire. "Lei era il nostro orgoglio – proseguono Anna e Francesco – per cui ragazzi vi prego state attenti a quel che può succedere. Elena voleva sempre il bene degli altri che venivano prima di lei. Ha lasciato un vuoto indescrivibile e voleva con tutte le sue forze laurearsi in Giurisprudenza per poi entrare in magistratura. Il suo sogno per contribuire a migliorare la giustizia e ora assolverà a questo nobile compito dal cielo. La sua passione l’aveva portata fino qua, la sede più vicina a Reggio dove abitiamo: lei consegnava pizze perché con questo lavoretto contribuiva alla famiglia, per non essere sulle nostre spalle. A chi studia diciamo appunto di stare tanto attenti".

Anche la nonna della ragazza, Rosa, seduta a fianco, è affranta: "Mi manca tanto – dice – io abito in Calabria, vicino al mare di Soverato e la mia nipotina ogni anno d’estate veniva alcuni mesi mentre ora non c’è più. E’ incredibile, mi manca tanto". Parla anche l’amica Alessia Losi: "L’abbiamo tutti conosciuta qui e lei era fortissima, solare, attiva con le parole pronte e a tirare su il morale delle persone". Il direttore Tavilla dice: "Cerchiamo di non farci prendere dallo sconforto e cerchiamo di superare la rabbia per questa drammatica perdita. Elena era seria, senza grilli per la testa, concreta e umile e per ricordarla occorre anche pensare ai diritti dei lavoratori, ai lavoretti che tutti abbiamo fatto".

Infine Alex Falcone e Irinel Pop, rappresentanti degli studenti: "Un vuoto enorme in tutti come dimostra anche la raccolta fondi che abbiamo aperto. Non si meritava tutto questo perché è contro natura morire così mentre si lavora. Era piena di vita e in un istante se n’è andata via, la ricorderemo a lungo e anche i sindacati dovrebbero non parlare di lavoro con il senno di poi".

Stefano Luppi