Frode sui crediti d'imposta anche dai domiciliari: chi è l’imprenditore finito in carcere

Secondo la Procura Massimiliano Sciava continuava l'attività illecita nonostante la misura cautelare

Frode dei crediti d'imposta dai domiciliari

Frode dei crediti d'imposta dai domiciliari

Modena, 29 aprile 2024 - Nonostante dal dicembre dello scorso anno fosse sottoposto agli arresti domiciliari continuava a generare milioni di crediti di imposta inesistenti, attraverso l’indicazione nei bilanci di società a lui collegate, ma non realmente operative, di voci contabili pari a miliardi di euro. Per questo motivo l'imprenditore mirandolese Massimiliano Sciava è stato sottoposto alla misura cautelare in carcere.

Lo fa sapere la Guardia di Finanza di Modena attraverso una nota nella quale si spiega che sono state acquisite ulteriori prove a carico del noto imprenditore, già condannato il 10 aprile in primo grado (sentenza non ancora definitiva) per i delitti di indebite compensazioni di crediti inesistenti, omesso versamento I.V.A. e sottrazione fraudolenta al pagamento di imposta nonché di autoriciclaggio e falso in bilancio.

Secondo le Fiamme Gialle l'imprenditore, nonostante dal dicembre 2023 fosse nuovamente sottoposto a misura cautelare personale, continuava mediante l’indicazione di voci contabili per importi miliardari (in euro) nei bilanci di società a lui riconducibili, non realmente operative, a generare milioni di crediti di imposta inesistenti, che sono stati in parte utilizzati, anche sfruttando indebitamente alcune agevolazioni fiscali riconosciute nel periodo della pandemia da Covid-19.

La reiterazione di condotte che configurano il reato di indebite compensazioni, il trasferimento all’estero e la successiva movimentazione delle somme di denaro derivanti dai reati tributari nonché l’accertata sistematica violazione del divieto di comunicazione cui l’imprenditore era tenuto durante gli arresti domiciliari hanno portato all’aggravamento della misura cautelare.