MARIA SILVIA CABRI
Cronaca

Gli 883 tra realtà ed effetti speciali. Show sulla storia dell’amata band

Domani sul palco del Michelangelo Mauro Repetto interagirà con personaggi creati dall’intelligenza artificiale

Mauro Repetto, cofondatore degli 883

Mauro Repetto, cofondatore degli 883

Un ‘one man show’, a metà tra realtà e finzione, con una trama autobiografica e surreale al tempo stesso. Così si presenta ‘Alla ricerca dell’uomo ragno’, lo spettacolo che domani sera alle 20.45 al Teatro Michelangelo di Modena vedrà sul palcoscenico Mauro Repetto, ideatore e co-fondatore degli 883 (con Max Pezzali), che porterà in scena la vera storia della leggendaria band. Lo spettacolo è scritto e diretto da Stefano Salvati (il più importante regista e autore italiano di videoclip, sceneggiatore e produttore) e da Maurizio Colombi (commediografo e regista teatrale), e prodotto da Maurizio Colombi per Sold Out e da Daimon Film.

‘La storia degli 883’ come una favola ambientata nel Medioevo: chi sono i protagonisti? "Max (Pezzali) ed io, due giovani di Pavia che, tra la nebbia, il Ticino e il Castello, cercano di portare la musica a corte, dal Conte Claudio Cecchetto, dove si trovano il barone Fiorello, principe Jovanotti, il marchese Jerry Scotti, la nobildonna Sabrina Salerno. Una scelta geniale del regista per raccontare, con ironia e voglia di cantare ballare e divertisti, come sono nati gli 883".

E come compaiono questi personaggi sul palco?

"Mediante l’intelligenza artificiale, che in questo caso è ‘schiava’ nostra e non il contrario come di solito accade. Attraverso questi effetti visivi, dal palco interagirò con me stesso e Max come eravamo da ragazzi, prima dell’arrivo della grande ondata di successi, e con tutti i personaggi che hanno partecipato alla nascita e alla carriera degli 883".

Operazione nostalgia?

"No, anzi, guardo al futuro! Certo, ci sono anche momenti di nostalgia legati ai ricordi, ma anche di comicità, e ripercorro la storia della nostra band, con aneddoti e curiosità sulla genesi dei nostri maggiori successi, cantando le hit che hanno fatto da colonna sonora a intere generazioni, con qualche omaggio ad artisti che mi hanno ispirato, come Bon Jovi e presentando al pubblico anche un mio brano inedito, ‘Vampirami’".

Le musiche degli 883 sono cantante anche dagli adolescenti di oggi: come se lo spiega?

"Eravamo fruitori, consumatori di cultura pop e non ‘artigiani’ e come tali esprimevano concetti senza tempo. ‘Con un deca non si può andar via’: è valido anche adesso. Come ti insegnano a teatro, esiste una sola sceneggiatura: l’Odissea di Omero. Da mille anni le problematiche si ripetono".

Nel 1994 lei ha preso un’altra strada: e se invece avesse imparato a suonare la chitarra, come sarebbero andate le cose?

"Adesso suono, e anche se amo Sambora, Bettencourt, Slash, al tempo il mio sport preferito non era suonare ma campionare e fare il rapper, era più figo".

Ma l’uomo ragno dove è?

"Va cercato dentro di noi, significa affrontare le difficoltà con un sorriso e trovare il super potere, come un Peter Park…di Pavia".