«Guercino, il restauro è incompleto»

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ORMAI mancano pochi giorni: sabato il dipinto del Guercino rubato nel 2014 dalla chiesa di San Vincenzo, poi recuperato in Marocco e riportato in Italia, verrà esposto alla Galleria Estense. Il capolavoro che ritrare la Madonna con Bambino e i santi Giovanni Evangelista e Gregorio Taumaturgo dunque, verrà messo in mostra nella sede istituzionale più prestigiosa della città, per poi essere riportato nella casa originaria, la chiesa di San Vincenzo in corso Canalgrande. Attenzione però: il dipinto non tornerà perfettamente integro. Come è noto, il quadro è stato gravemente danneggiato durante il trasporto dall’Italia al Maroccco, nazione dove i ladri avevano tentato di rivenderlo. L’opera, dopo il recupero, è stata affidata all’istituto superiore di conservazione e restauro di Roma, dove gli esperti si sono limitati a un ripristino di tipo archeologico: le parti che si stavano staccando sono state reincollate, la tela è stata rifissata. Ma nei punti in cui disegno e pittura non c’erano più, non è stato fatto nulla. Sulla tela quindi, ci sono dei buchi, nella parte bassa e in quella centrale. Insomma, il quadro non è stato ripristinato nella forma in cui era prima del furto.

Una procedura che ha sollevato dubbi e proteste nel mondo dell’arte. Il noto critico Philippe Daverio per esempio, ha diversi appunti da fare.

Daverio, possiamo parlare di giustizia che ha trionfato a metà?

«Possiamo spingerci oltre e parlare di incapacità politica di gestire il restauro».

In che senso?

«Il nostro ministero in questo momento non sta dando una guida precisa. Sovrintendenze e istituo di restauro non hanno una linea da seguire. Così, nel non saper scegliere cosa fare si è deciso di... non fare. E l’operazione è rimasta a metà».

Le anticipo un’obiezione: qualche macchia in fondo al quadro testimonia ciò che è successo

«Se il dipinto fosse stato recuperato dalle macerie di un terremoto, potrei anche capire: si tratterebbe di mantenere la testimonianza di un evento storico e particolarmente drammatico. Se ne potrebbe parlare. Ma qui siamo di fronte a qualcosa di diverso».

Le tracce di un furto

«Sì, per di più un furto maldestro e stupido. Un episodio criminoso da cancellare completamente dalla storia. Il quadro doveva tornare come era prima».

Si sarebbe però dovuti intervenire sul disegno e sulla pittura, cosa non semplice

«Tecnicamente, viste le parti mancanti, non credo che il ripristino sarebbe stato particolarmente difficile per un professionista. E siamo ancora in tempo: spero che qualcun altro, oltre a me, sollevi il tema e spinga le autorità ad affidarsi ad un restauratore che completi l’operazione»

Dopo l’esposizione il capolavoro del Guercino tornerà in una chiesa, visibile a tutti gratuitamente. Bene così o è più giusto che chi vuol vedere l’arte sia disposto a pagare, contribuendo così alla manutenzione?

«Nel mondo anglosassone per vedere le opere si paga sempre. Ma lì la percentuale della tassazione è al 33%. Da noi è al 66%, quindi mi aspetto che sia lo Stato a provvedere al mantenimento dei capolavori, aiutando quando è il caso i proprietari, dando così la possibilità a tutti di vedere l’opera gratuitamente».