«Guercino restaurato senza gusto»

Migration

«UN INTERVENTO basico, grossolano. Credo che il vero problema sia la mancanza di gusto di chi ha effettuato il restauro».

Vittorio Sgarbi, critico che non ha bisogno di presentazioni, interviene sulla vicenda del quadro del Guercino che, dopo un lungo ‘pellegrinaggio’ sarà esposto alla Galleria Estense da questo sabato, prima di fare ritorno alla chiesa di San Vincenzo, sua sede originaria. Il dipinto, che raffigura la Madonna con San Giovanni evangelista e San Gregorio Taumaturgo, dopo il furto è stato malamente conservato e ha riportato gravi ‘ferite’. Del restauro si è occupato l’Istituto superiore di conservazione e restauro di Roma, che ha scelto di effettuare un ripristino dell’opera di tipo ‘archeologico’: in parole povere nei punti in cui la pittura si è staccata, sono rimasti dei ‘buchi’ di colore. Una scelta già criticata dal critico Philippe Daverio.

Sgarbi, cosa pensa di questo restauro?

«E’ un restauro inadeguato, insufficiente. Hanno scelto di far vedere cos’era accaduto al dipinto, ma hanno tamponato le lacune con un colore marrone, ottenendo un effetto sgradevole».

Il fatto di voler conservare le ‘ferite’ del quadro dovute alla sua particolare vicenda è condivisibile?

«Può starci, ma si potevano usare colori più chiari. Si poteva usare più gusto».

Che fare a questo punto?

«Il mio auspicio è che il restauro venga completato».

Ora il dipinto verrà esposto alla Galleria Estense, poi tornerà nella chiesa di San Vincenzo. Sarebbe meglio continuare a conservarlo in un museo?

«Il quadro può tornare nella chiesa di San Vincenzo, a patto che si doti di un buon allarme. In ogni caso, credo che tenerlo alla Galleria Estense non sarebbe una rapina: vista la circostanza che ha portato a questo restauro, si potrebbe anche assumere un atteggiamento prudenziale e decidere di proteggere l’opera in un museo».

Abbandonando per un attimo il tema del restauro, può darci un suo giudizio sull’opera in questione?

«E’ un’opera molto importante perché rappresenta in pieno il Guercino. Questo artista stava a metà strada tra Caravaggio e Guido Reni. E quest’opera lo descrive nel modo giusto, è rappresentativa e solenne. E la solennità prevede, per chiudere il cerchio, cura e gusto nella conservazione».