Pfizer, Moderna o Astrazeneca? Tutti si chiedono quali sono le differenze e se sono ugualmente validi. "L’importante è vaccinarsi – dice l’immunologo Unimore Andrea Cossarizza – Per AstraZeneca c’è stato in realtà qualche problema di comunicazione e di previsioni da parte dell’azienda, ma ora le prime migliaia di dosi sono già arrivate in Italia e la somministrazione è iniziata. Teoricamente tutti hanno una buona capacità di protezione; AstraZeneca per ora ha fornito numeri diversi da Pfizer e Moderna, ma tutti i vaccini oggi sono sicuri".
E sull’efficacia?
"Quella varia: Moderna e Pfizer sembrano i più efficaci: sono tutti sopra al 90% di copertura. All’inizio dell’emergenza però l’Organizzazione Mondiale della Sanità aveva dichiarato che la protezione sopra al 50% è più che accettabile, e tutti i vaccini attuali, creati a tempo di record, sono ben al di sopra di quella soglia. Il fatto è che le vaccinazioni sono iniziate solo pochi mesi fa, e ovviamente non abbiamo dati su cosa possa accadere un anno dopo, cioè quanto duri la protezione. Semplicemente non lo sappiamo, servono dati, non date".
Molte persone, con la seconda dose Pfizer, hanno avuto dolori e febbre. E’ normale?
"A molte persone la seconda dose ha dato più fastidio della prima, perchè il sistema immunitario ha risposto in modo ‘importante. Parliamo di febbre, mal di testa e malessere generale, ma i sintomi sono durati un giorno o poco più. Non ci sono casi di effetti collaterali gravi".
E Astrazeneca?
"E’ un vaccino fatto con un vettore virale non replicante, quindi un virus che non infetta l’organismo ma che contiene il Dna della proteina spike del coronavirus".
Con le varianti i vaccini che abbiamo funzioneranno?
"Ad oggi non c’è alcuna evidenza che i vaccini non funzionino che contro le varianti del virus. Ricordiamoci che i vaccini fanno produrre molti tipi diversi di anticorpi, che attaccano punti diversi della proteina spike. Una variante modifica uno o qualche punto di attacco degli anticorpi, non modifica la proteina in toto".
v.r.