La mappa: più di cento stabili abbandonati

Il comitato ambientalista Mobastacemento: «Complessi da recuperare per far fronte all’emergenza casa. La soluzione? Espropri»

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Il blitz nel capannone dell’ex termo sanitaria Corradini trasformata in albergo per spacciatori e clandestini, riaccende il dibattito sul recupero dei luoghi abbandonati sotto la Ghirlandina. Sono decine gli edifici privati disseminati nella geografia cittadina che fungono da rifugio per disperati, realtà che i proprietari non hanno interesse a riqualificare e che il Comune non riesce a reinserire nel circuito delle rigenerazioni. A prova di ciò siamo andati a esplorare nuovamente la mappa interattiva dei luoghi lasciati al degrado realizzata dal comitato Mobastacemento, celebre per essersi battuto contro le palazzine nel comparto Morane-Vaciglio. E dando uno sguardo veloce, si scopre che sono più di cento i casi segnalati dai modenesi e inseriti nello schema interattivo (www.mobastacemento.itmappa-interattiva). Dal centro alla periferia nessun quartiere è immune al fenomeno, così oltre alle aree degradate per eccellenza come l’ex Prolatte, l’ex Mercato Bestiame, il direzionale Manfredini, l’ex De Tomaso e l’ex Casa circondariale in via Panni, l’elenco include un’infinità di ruderi e caseggiati privati, occupati più o meno stabilmente da senzatetto e tossici. Non mancano complessi residenziali mai conclusi e cantieri bloccati da anni. Insomma, la mappa svela uno scenario desolante.

«Il tema dei luoghi abbandonati è uno dei primi a cui ci siamo interessati perché il territorio ne è pieno – spiegano dal comitato Mobastacemento –. Il nostro interesse non era però raccontarli come rifugio per tossici e sbandati. Quell’aspetto va preso in carico dai servizi sociali e da chi deve indagare sul perché Modena è invasa dalla droga. La nostra priorità, piuttosto, è sottolineare come questi complessi dovrebbero essere recuperati per fare fronte al problema casa». Per il comitato «solo questo tipo di rigenerazione può ridurre il consumo di suolo. E anche il tanto sbandierato Sblocca Modena non fa che delegare al privato lo sviluppo urbanistico del territorio senza portare reali effetti positivi. Basti pensare alla conversione dei luoghi degradati in supermercati e store alla Madonnina e all’Ex Arbe Grafiche, dove l’unico effetto è stato quello di aumentare il traffico e lo smog». La strada da perseguire? Per Mobastacemento è solo una: «Molti di questi immobili andrebbero espropriati come avviene per i terreni destinati alle cosiddette infrastrutture indispensabili. La salvaguardia del suolo va considerata una priorità assoluta per la tutela dell’ambiente e la salute pubblica».

Vincenzo Malara