"Messa al cinema, una scelta giusta"

Fiorano, il sindaco Tosi difende l’operato del parroco: "Locale di fianco alla chiesa, legittimo e di buon senso utilizzarlo"

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"Quel locale è di fianco alla chiesa: è stato assolutamente legittimo e di buon senso impiegarlo per dare modo a più persone di seguire la celebrazione eucaristica. Diverso sarebbe stato se avessero usato quella sala per fare uno spettacolo". Il sindaco Francesco Tosi difende la scelta del parroco di aprire la sala del cinema teatro Primavera, di proprietà della parrocchia, per trasmettere sul grande schermo la messa di Pasqua. Tra le poltrone hanno così trovato posto coloro che, per le restrizioni covid, non sono riusciti ad entrare in chiesa. La vicenda però ha indispettito l’artista Gino Andreoli che ha fatto riferimento alle sale cinematografiche e teatrali chiuse ormai da tempo, causa Covid. "C’era proprio necessità di utilizzare quel luogo? E’ di proprietà della parrocchia, non viene utilizzato a scopo di lucro ma solo per eventi benefici, ma resta un cinema-teatro e, sicuro che il parroco non abbia trasgredito a nessuna legge, mi domando: non è poco rispettoso nei confronti di quelle persone che in luoghi identici lavorano e da oltre un anno non possono farlo?". Il sindaco Tosi però non condivide questa interpretazione e spiega perché: "La polemica nasce da un fraintendimento. Quella sala non è più un cinema-teatro da tempo ed è separata solo da pochi metri dalla chiesa. Don Antonio l’ha utilizzata per ampliare gli spazi e consentire un maggior distanziamento tra le persone. Se la parrocchia avesse deciso di piazzare un tendone davanti alla chiesa o se quel locale invece di chiamarsi cinema- teatro si fosse chiamato ‘sala polivalente’ nessuno avrebbe detto niente. Io posso capire – prosegue il sindaco – chi critica le norme del governo sull’impossibilità di aprire i teatri alle rappresentazioni artistiche, ma questo è un altro discorso". Attualmente vige il protocollo tra il governo e la Cei per la celebrazione delle messe secondo precise norme, "e a quelle don Antonio si è attenuto: anzi, io che partecipo alle messe celebrate a Fiorano, posso essere testimone dell’assoluto rigore con cui il parroco invita i fedeli a rispettare le prescrizioni e le norme di distanziamento e igienizzazione". Lo stesso parroco con Antonio Lumare nella sua replica aveva fatto presente che "ci sono 400 posti, e all’interno della sala c’erano una settantina di persone, tutte controllate e distanziate con gli stessi accorgimenti attuati anche in chiesa. E’ come se avessimo avuto un salone polivalente, utilizzato come tale. Non era nostra intenzione offendere nessuno, ma solo garantire un’opportunità ai fedeli, che tra l’altro hanno assistito ad una cerimonia trasmessa via cavo, non a una rappresentazione artistica".

Gianpaolo Annese