Montagna infestata dagli insetti "Sono ovunque, animali a rischio"

L’appello: "Situazione preoccupante, servono interventi o la crescita diventerà inarrestabile"

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Allarme processionarie in Appennino dove in questi giorni sta avvenendo la schiusa dei bruchi pericolosi per l’uomo e micidiali per i cani e altri animali che vi si avvicinano. Una delle zone più infestate, ben visibile a chi transita, è in località Rimessa in uno dei punti più panoramici della via GiardiniSS 12 in comune di Riolunato, tra S.Andreapelago e Lama Mocogno. Bruna Barattini che ha una azienda agricola in zona spiega che "qui è una situazione molto preoccupante; i bruchi avanzano ovunque". Anche i volontari del canile di Pavullo hanno lanciato l’allerta per questo lepidottero pericoloso allo stadio di larva quando si presenta come un bruco peloso (col pelo molto urticante), il cui nome deriva dal modo di spostarsi tutti in colonna come se facessero una processione. "Occorre fare molta attenzione in questo periodo – dicono i volontari del canile a servizio del Frignano –, per prevenire gli effetti della processionaria sui nostri amici a 4 zampe dobbiamo evitare le zone a rischio. Se avete un giardino, esaminate attentamente le piante e, se individuate i nidi (di colore bianco e di diametro di 1020 centimetri) di solito situati sui pini, chiamate un esperto per fare la disinfestazione". Già da anni infestano i pini di varie zone montane, ma l’allerta è scattata quando già dallo scorso autunno sono comparsi centinaia e centinaia di bozzoli in più degli anni precedenti destando preoccupazione tra residenti, proprietari di seconde case ed escursionisti, che hanno chiesto invano interventi prima della schiusa primaverile. Antonio Nizzi, originario della zona, avverte che "se non si interviene i bozzoli si moltiplicheranno sempre più". E poi ricorda che fino al 1975, prima del passaggio delle competenze provinciali alle Regioni, si interveniva massicciamente su queste infestazioni: "Una volta avevamo gli operai che tagliavano i rami con i nidi e li bruciavano poi, per l’alto costo, vennero assunti operai – con porto d’ armi – e si distruggevano i nidi a fucilate. Ad esempio, nella provincia di Parma si arrivò a utilizzare fino a 15 mila cartucce". I bozzoli di processionaria, se aumentano troppo uccidono la pianta e comunque le processionarie stesse sono pericolose per l’uomo perché fortemente irritanti ma possono essere addirittura letali per gli animali. Il periodo di maggior rischio di contatto con le processionarie inizia a marzo, fase in cui solitamente le larve abbandonano i nidi, e dura almeno fino alla fine di aprile". Occorre quindi procedere per tempo alla disinfestazione sulle piante. "Una prassi che occorre riprendere periodicamente – si appella Antonio Nizzi –, per evitare una crescita inarrestabile".

g.p.