Morta per il ritocco, Pamela resta ai domiciliari

Il tribunale del Riesame ha confermato la misura cautelare: c’è pericolo di reiterazione del reato

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Il tribunale del Riesame di Bologna ha rigettato la richiesta di revoca della misura cautelare avanzata dal legale di Pamela Andress (foto), la transgender sudamericana indagata per la morte di Samantha Migliore, la giovane mamma morta dopo un ritocco estetico abusivo in casa a Maranello, lo scorso aprile. Andress, detenuta agli arresti domiciliari a Napoli, nei giorni scorsi aveva infatti presentato ricorso al Riesame ma i giudici hanno confermato la misura. Rimane quindi detenuta in casa.

A chiedere i domiciliari, poi concessi dal Gip di Modena, era stato il pm Pasquale Mazzei, titolare dell’inchiesta per morte come conseguenza di altro reato, esercizio abusivo della professione medica e omissione di soccorso. Tra le motivazioni della richiesta afflittiva, il pericolo di reiterazione del reato: altre donne, infatti, hanno testimoniato di essersi sottoposte a trattamenti estetici rivolgendosi alla brasiliana e in particolare una di esse ha riportato gravi conseguenze fisiche per iniezioni di silicone ai glutei. Il rischio - per l’accusa - è dunque che l’indagata, se libera, possa sottoporre a interventi estetici invasivi e illegali altre persone.

Samantha Migliore aveva solo 35 anni. Era il 21 aprile scorso quando morì per essersi affidata a Pamela Andress, che le aveva promesso un seno più tonico grazie a iniezioni di silicone, una pratica vietata in Italia. Samanta si è spenta tra le braccia del marito per una embolia causata proprio da una sostanza oleosa iniettatale dalla Andress, che poi è scappata per costituirsi ai carabinieri il giorno successivo. La 35enne lascia 5 figli, oltre al marito con il quale si era appena sposata.

Le indagini proseguono e per ora l’unica indagata resta Pamela Andress.

val. b.