Nasce il primo centro di ricerca sull’idrogeno

Snam ha scelto Unimore come partner per accelerare lo sviluppo del settore. Il professor Romagnoli: "Speriamo di assumere personale"

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di Alberto Greco

Modena, grazie alla sua università, ospiterà il primo Hydrogen Innovation Center, polo di eccellenza nazionale della Snam per le tecnologie dell’idrogeno. Un protocollo di intesa in questo senso è già stato approvato dal Senato accademico dell’Università di Modena e Reggio Emilia con la società di infrastrutture energetiche di San Donato Milanese. "L’iniziativa – conferma il professor Marcello Romagnoli di Unimore, uno dei massimi esperti a livello nazionale ed europeo di celle a combustibile idrogeno - si inaugura fra pochissimi giorni. Andremo ad aprire molto presto degli uffici provvisori che serviranno per avviare e consolidare contatti con aziende e prevediamo entro fine anno di raggiungere la piena operatività con un capannone, su cui ha avviato una ricerca la divisione real estate della Snam. Avere una sede ci permetterà di accelerare. Tuttavia, siamo già pienamente operativi, potendo utilizzare laboratori e ricercatori del Dipartimento di Ingegneria Enzo Ferrari". Il centro si pone l’obiettivo di aggregare partner industriali e centri di ricerca universitari per accelerare lo sviluppo del settore e contribuire al raggiungimento degli obiettivi climatici nazionali ed europei. "La missione dell’Hydrogen Innovation Center - commenta Cosma Panzacchi, business unit hydrogen di Snam - è costruire un’alleanza strategica tra imprese e mondo della ricerca per consolidare la filiera italiana dell’idrogeno e favorire la nascita di nuove aziende e progetti, anche attraverso l’avvio di un programma di accelerazione. L’obiettivo è proporre i primi progetti al mercato ed estendere la rete di partnership anche all’estero entro i prossimi due anni". Al centro modenese, che pare si andrà ad insediare nei pressi delle ex-Fonderie - almeno questa pare essere la localizzazione preferita dai ricercatori - si affiancheranno successivamente altri hub nel paese, tra i quali uno con il Politecnico di Milano ed entro la fine del 2021 un hub oltreoceano, in collaborazione con una prestigiosa università degli Stati Uniti. Le attività di ricerca e sperimentazione comprenderanno l’intera filiera dell’idrogeno, dalle tecnologie di produzione alle infrastrutture di trasporto e stoccaggio fino agli usi finali, quali applicazioni industriali (siderurgia) e trasporti (automobili e camion a celle a combustibile, navi e treni). L’hub modenese sarà focalizzato in particolare sull’automazione e sulla mobilità. Le aree oggetto di studio saranno tre: l’automazione delle filiere produttive di elettrolizzatori e celle a combustibile, un prototipo di stazione di rifornimento di idrogeno realizzato nell’università con tecnologia italiana e nuove applicazioni a supporto dei veicoli a guida autonoma nonché soluzioni IoT (Internet of Things) e AI (intelligenza artificiale) per la mobilità del futuro. "Inizieremo con quattro ricercatori e personale Snam – ci dice Romagnoli – ma io spero nell’arco di poco tempo di avere bisogno di assumere tanto altro personale ricercatore e tecnico, perché abbiamo numerose richieste dal territorio e molte potenzialità. Se saremo bravi diventeremo tanti".