
"Finché ci sarà una sola donna minacciata in quanto donna, noi non avremo pace". Questa la frase, della scrittrice e giornalista Lidia Ravera, riportata sulla targa contro il femminicidio posta sul Palazzo Comunale, come simbolo visibile del costante impegno nel combattere la violenza maschile contro le donne. La targa, a fianco dello scalone d’ingresso del palazzo, sotto il portico di piazza Grande, è stata scoperta ieri, nella giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, da sindaco Gian Carlo Muzzarelli. "La targa - ha spiegato Franca Ferrari, del Forum donne Articolo1 e presidente dell’associazione Blu Bramante - è per ricordare l’impegno di tutte noi delle associazioni femministe, ma anche delle donne, delle istituzioni, dei partiti, che siamo impegnate nel contrasto alla violenza patriarcale degli uomini contro le donne". Il progetto della targa è partito a maggio 2021, quando un presidio dei gruppi promotori ha raccolto in piazza Mazzini oltre cinquecento firme in un solo giorno e il consiglio comunale ha fatto proprio il progetto che, oltre al gesto simbolico dell’apposizione della targa, prevede anche la promozione di un concorso di idee rivolto a giovani artiste e artisti modenesi per creare un’opera simbolo del contrasto alla violenza contro le donne, che verrà collocata in un punto visibile della città. "È un’idea nata dentro le istituzioni. - ha proseguito Ferrari- Volevamo avere una targa come nella maggior parte delle città italiane. E sono nati anche due progetti: un bando dedicato a giovani artiste e artisti per donare alla città un’opera d’ingegno, e uno per coinvolgere gli studenti delle superiori per produrre un testo, una poesia".
Sempre più donne si rivolgono ai centri antiviolenza per denunciare situazioni drammatiche tra le mura domestiche: il centro di Modena solo nel 2022 ha accolto 405 donne: erano 367 nel 2021, 289 nel 2020 e 355 nel 2019. Di queste, le italiane sono il 45%. Resta preponderante la violenza da parte dei partner, ma c’è un generale aumento della violenza da parte di familiari. Rispetto al periodo precedente la pandemia, si registra un generale impoverimento delle donne accolte dovuto anche a una sempre maggiore difficoltà ad entrare nel mondo del lavoro; per questo motivo sono aumentate le richieste di aiuto economico. L’impoverimento comporta l’impossibilità, per le donne, di allontanarsi dal maltrattante.
"Non mi stancherò mai di ripetere che la giornata contro la violenza dovrebbe essere celebrata ogni giorno – spiega Giovanna Zanolini – il problema della violenza che si manifesta nei femminicidi ma non solo è un dramma che tocca le famiglie, i minori che non hanno voce".
Sofia Silingardi
e Valentina Reggiani