"Non è mai stata segregata Abbiamo discusso per una bugia"

"Non l’abbiamo maltrattata. Abbiamo discusso perchè ci aveva detto una bugia ed era stata rimandata a scuola".

Sono stati sottoposti ieri ad interrogatorio di garanzia padre e tre figli di origine albanese accusati di maltrattamenti e lesioni personali nei confronti della figlia e sorella 18enne. Secondo le accuse i quattro, residenti a Castelnuovo Rangone avrebbero per lungo tempo sottoposto la studentessa a vessazioni, vietandole di avere qualsiasi tipo di rapporti, anche di amicizia, con persone del sesso maschile e minacciandola di morte. In base a quanto ricostruito dai carabinieri, inoltre, i familiari le avrebbero proibito di creare profili sui social.

Ieri, nel corso dell’udienza di convalida dei fermi il pm ha chiesto per gli indagati la custodia cautelare in carcere mentre gli avvocati difensori la scarcerazione, non ritenendo sussistenti il pericolo di fuga o di reiterazione del reato o inquinamento delle prove. Gli indagati, sentiti uno dopo l’altro alla presenza dei propri legali, hanno negato appunto ogni addebito spiegando la loro versione dei fatti.

In sostanza, secondo il padre e i tre fratelli le tensioni in casa sarebbero nate a seguito dell’andamento scolastico della 18enne che sarebbe stata rimandata in alcune materie. Gli indagati avrebbero poi confermato il litigio dello scorso 15 giugno, spiegando di aver sgridato la studentessa a seguito di una bugia. Secondo quanto raccontato dai fratelli e dal padre della giovane, la stessa infatti avrebbe avvisato la famiglia del fatto che si sarebbe fermata a dormire da un’amica. In realtà i quattro uomini si sarebbero accorti dal cellulare della presunta vittima di come la stessa avesse invece trascorso la notte da un amico.

Gli indagati, nel ricostruire la vicenda avrebbero negato di aver segregato la 18enne in casa o di non averle fatto frequentare uomini o vietato i profili social, dimostrando come la ragazza avesse invece un profilo attivo su tik tok e come lavorasse come pr in discoteca. Uno dei fratelli, inoltre, avrebbe fatto presente di essere stato fuori casa per due mesi per seguire un cantiere edile.

Si tratta di quattro persone incensurate che hanno ribadito più volte, nel corso dell’interrogatorio, di non aver mai maltrattato la 18enne. La giovane, invece, ha spiegato ai militari di aver subito botte e maltrattamenti per mesi e si è rivolta alla responsabile dello stage che stava effettuando per chiedere aiuto.

La difesa ha fatto presente come l’ipotesi di maltrattamento perpetrato nel tempo non sussisterebbe e come si sarebbe trattato di un singolo episodio, quello legato alla discussione. Gli avvocati degli indagati hanno chiesto la revoca della misura o, in subordine, il divieto di avvicinamento alla ragazza se dovessero sussistere esigenze cautelari. Ieri il giudice si è riservato sulla decisione.

v.r.