Pasticcio bollette, Vignola risarcirà

Tariffe del gas maggiorate a insaputa della Provincia. C’è l’accordo: il Comune pagherà 2 milioni in 19 anni

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Due milioni di euro, in ’comode rate’ spalmate su 19 anni. Per il Comune sarà questo il prezzo da pagare per sbrogliare la matassa della centrale di teleriscaldamento evitando le vie legali. Per chiudere bonariamente una vicenda venuta a galla nel 2015, quando la Provincia – che utilizza quella struttura per riscaldare le sue scuole superiori locali – ricevette una ’bolletta’ choc. L’accordo a quattro, dunque, è ormai pronto, ed entro fine anno è prevista la firma di tutti i soggetti coinvolti: Cpl, la sua controllata ’Vignola Energia’ (che gestisce l’impianto), Comune e Provincia. La faccenda è piuttosto ingarbugliata e sulle responsabilità originarie di questo pasticcio ci sono diverse interpretazioni. Ma una cosa è certa e dimostrabile: la ’patata bollente’ è stata ereditata così com’era dall’attuale amministarzione comunale, che al tavolo negoziale si è ritrovata senz’altro sulla sedia più scomoda.

Ricapitolando per sommi capi, bisogna cominciare dagli ultimi giorni della seconda legislatura Adani: giugno 2009. La giunta dà l’ok all’operazione con Cpl e ’Vignola Energia’ per la realizzazione di una centrale alimentata a cippato (le biomasse garantivano enormi sgravi fiscali, ndr) che dovrebbe scaldare scuole, edifici pubblici, ospedale e Centro nuoto. Ma il sindaco successivo, Daria Denti, fa poi ridurre il progetto, nei costi e nelle dimensioni, ritenendolo troppo impattante per il territorio. E non potendo tornare indietro su tutto, concorda con Cpl la conversione a metano e sottoscrive tariffe più alte (oltre il 30% in più) per consentire al gestore di recuperare gli sgravi persi. Era il 2011.

Si salta così al 2015, quando la Provincia, che paga il riscaldamento per le scuole superiori, riceve una ’bolletta’ annuale del 70-80% più alta delle attese: circa 60mila euro in più. Sarebbe l’esito della tariffe concesse dal Comune, ma che la Provincia non hai mai sottoscritto. Però il gestore quei soldi li vuole, altrimenti i bilanci di ’Vignola Energia’ (che è comunque una società a sé) non reggono.

La situazione, poi, è ancor più complicata dal fatto che nemmeno il Comune riesce più a sostenere l’onere di quelle tariffe (con morosità che si acculumano nel tempo per centinaia di migliaia di euro), complice il mai avvenuto allacciamento dell’ospedale e della piscina (che han sempre goduto di tariffe migliori, ndr) alla centrale. Che dunque viene sfruttata – tuttora è così – per circa un quarto delle sue potenzialità. Può nascerne una maxi-causa, ma non conviene a nessuno. Per mille motivi.

Così i rispettivi legali si mettono al lavoro e dopo tre anni nasce il compromesso, ora in odore di firma, che stabilisce questo: il Comune risarcirà ’Vignola Energia’ versandole circa due milioni in 19 anni e mantenendo le tariffe ’maggiorate’, mentre la Provincia non sborserà nulla in più, mantenendo le vecchie tariffe. Lo stesso Comune, per ridurre le spese future, sta ora perfezionando col gestore anche l’allacciamento del Centro nuoto alla centrale, ma a tariffe più che dimezzate, per rendere l’operazione conveniente. La giunta sta pure dialogando con l’Ausl per poter fare il bis, un giorno, con l’ospedale.

Tutti contenti, quindi, o quasi. Con una causa il Comune, già moroso, avrebbe rischiato esborsi ancora più ingenti. ’Vignola Energia’, anche in caso di vittoria, avrebbe dovuto aspettare anni: troppo tempo per far quadrare i bilanci. La Provincia, invece, ne esce praticamente indenne.

Valerio Gagliardelli