MARIA SILVIA CABRI
Cronaca

Policlinico, 38enne recupera la vista . Iride artificiale dopo l’infortunio: "L’intervento mi ha cambiato la vita"

L’equipe di Oculistica dell’Aou si conferma un’eccellenza a livello nazionale: riuscita la delicata operazione. Il paziente, rimasto ferito nel 2023, ha subito tre interventi. "Fondamentale anche la donazione di cornea".

Medico e paziente insieme

Medico e paziente insieme

Successo per la Struttura complessa di Oculistica del Policlinico di Modena, diretta dal professor Luigi Chiarini: per la prima volta è stato effettuato un innovativo impianto di iride artificiale. Il delicato intervento di ricostruzione oculare è stato eseguito su un uomo di 38 anni che ha così potuto recuperare la vista dopo un gravissimo incidente occorso al suo occhio sinistro. L’equipe degli oculisti dell’AOU di Modena, composta dai dottori Tommaso Verdina, Gianluca Scatigna e Pietro Ducange, ha effettuato tre interventi: il primo di stabilizzazione nel 2023, il secondo, trapianto perforante di cornea da donatore, circa un mese dopo e, alcune settimane fa, è stata eseguita l’ultima operazione di impianto dell’iride artificiale. Il paziente sta bene e nei primi giorni dopo l’intervento aveva già recuperato la vista sino ai 3/10 senza correzione. "C’è grande soddisfazione – commentano gli oculisti Verdina e Scatigna –. Per la prima volta abbiamo effettuato questo intervento qui al Policlinico. Si tratta di una procedura molto delicata e complessa che necessita di una significativa compentence e che viene effettuata in pochi centri a livello nazionale. Grazie a questa metodica di ricostruzione oculare siamo riusciti a ridare la vista a un paziente che, altrimenti, l’avrebbe persa dall’occhio sinistro".

Il paziente è Simone Reggiani di Camposanto: "A luglio 2023 ho avuto un grave infortunio domestico che ha compromesso seriamente il mio occhio: una scatola di plastica mi ha perforato il globo oculare – racconta –. Da subito mi è stato detto che le possibilità di salvare l’occhio erano minime. Il dottor Verdina e tutto lo staff del Policlinico hanno fatto un lavoro straordinario, passo dopo passo, senza mai forzare nulla. Dopo 10 giorni senza complicazioni, si è aperta la possibilità di un trapianto di cornea, e incredibilmente c’era ancora retina. Da lì è iniziato un percorso che mi ha portato non solo a salvare l’occhio, ma anche a recuperare parzialmente la vista grazie all’impianto di iride e cristallino artificiale. Oggi posso dire che la mia qualità di vita è cambiata radicalmente: non vivo più con la paura di avere un solo occhio funzionante. Questo per me significa libertà, serenità, e un’enorme riconoscenza verso chi ha reso possibile tutto questo". "Il trapianto su scoppio del bulbo oculare è sicuramente molto più complesso di un trapianto normale – spiega il dottor Ducange –. Inoltre, per la riuscita della procedura, è stata fondamentale la donazione della cornea per la quale non dobbiamo mai dimenticare di ringraziare i donatori e le loro famiglie, nonché la Banca delle cornee della Regione Emilia Romagna". Due settimane fa è stato appunto eseguito dal dottor Verdina il terzo ed ultimo intervento di ricostruzione oculare con impianto di iride artificiale e lente intraoculare per permettere al paziente non solo di avere un miglior risultato estetico ma anche di poter avere un recupero funzionale; verrà ulteriormente monitorizzato nelle prossime settimane fino alla completa stabilizzazione.

"Un esempio di sanità pubblica al servizio delle cittadine e dei cittadini che qualifica, ancora una volta in modo positivo, il nostro servizio sanitario regionale – commenta Michele de Pascale, presidente della Regione Emilia-Romagna –. La donazione della cornea è possibile grazie alla volontà espressa in vita dal donatore o al consenso dei familiari. È un gesto – dice – che può restituire la vista a chi l’ha persa a causa di malattie, traumi o patologie degenerative".