Quattro incendi in 6 mesi "Aprire un’inchiesta"

Dal 2018 sono una quindicina gli episodi registrati nella nostra provincia. Il centrodestra chiede chiarezza: "Spesso capita a corriere fuori servizio"

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Il ’leitmotiv’ di Seta è: "Si tratta di un mezzo regolarmente sottoposto agli interventi di manutenzione programmata, nonchè alle revisioni annuali obbligatorie". E allora ci si chiede, perché i bus vanno spesso a fuoco? Se si fa la conta degli incendi che hanno riguardato la flotta dell’azienda di trasporto, che a Modena conta 400 mezzi, ci si accorge che la maggior parte dei bus finiti bruciati è vecchia, immatricolati nel 2004, 2006 e così via. Mezzi tenuti come ’scorta’ ma che vengono poi rispolverati per necessità, soprattutto nell’ultimo biennio quando le norme anti Covid impongono un minor numero di passeggeri e quindi più corse.

L’episodio di ieri è il 15esimo tra quelli gravi (esclusi i principi d’incendio) accaduti dal 2018 a questa parte. Prorpio nella primavera di quell’anno ci fu una concentrazione di autobus in fiamme preoccupante: 5 mezzi bruciati in pochi mesi. Il primo nel febbraio 2018 a Lama Mocogno (salvi i 7 passeggeri della corriera extraurbana), poi andarono a fuoco un bus urbano in via Divisione Acqui (aprile), un mezzo della linea 2 in via Vignolese (una settimana dopo), una corriera sulla strada per Campogalliano (maggio 2018) e una settimana dopo un autobus in via Emilia est. La tregua durò fino al febbraio 2019, con l’incendio di un mezzo vuoto in viale Amendola. E qualche mese dopo episodio in via Giardini. Passiamo al 2020. La lista vede ad aprile un incendio bus sempre sulla Vignolese, nei pressi della rotonda del grappolo e a settembre il rogo di una corriera vuota a San Martino in Rio alle 7.30 del mattino. A gennaio 2021 un mezzo si incendia nel deposito bus di Reggio Emilia, scatenando l’inferno nella rimessa. Il 23 settembre 2021 brucia un bus fuori servizio immatricolato nel 2004 in via Emilia Ovest incrocio con via Monti: era fuori servizio. Pochi giorni dopo, incendio corriera a Novi di Modena lungo la provinciale 8: in questo caso si è trattato di un mezzo Seta gestito da Saca. Anche in questo caso nessuno a bordo. Arriviamo al 2022, col rogo dell’autobus a metano sul cavalcavia Mazzoni immatricolato nel 2006: passeggeri in salvo. Poi il caso eclatante di Carpi, con la corriera che si incendia alla fermata di via Roosevelt: l’autista fa scendere tutti gli studenti prima che le fiamme avvolgano il mezzo (anche qui gestione Saca, mezzo immatricolato nel 2007). Ed eccoci a ieri, rogo all’alba in tangenziale con nessuno a bordo.

Si scatena la politica, con Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia. "L’indagine che la Lega ha chiesto non può più attendere", dice la consigliera Barbara Moretti. "La nuova flotta di bus di Seta è stata distribuita preferendo Piacenza e Reggio a Modena, dove però si sono verificati la maggior parte di questi casi", tuona Stefano Bargi, consigliere regionale del Carroccio. "Quattro mezzi di Seta a fuoco negli ultimi sei mesi – fa la conta il consigliere regionale FdI, Michele Barcaiuolo – Con un’interrogazione alla Regione si vuole chiedere conto di tutti questi incidenti, delle motivazioni e delle reali forze messe in atto per migliorare il parco mezzi di Seta". "Questo picco record di incidenti analoghi, tra l’altro nei mesi più freddi e alle prime ore della mattina, a poche ore dall’uscita dal deposito, vanno spiegati" secondo Piergiulio Giacobazzi, capogruppo Forza Italia Modena.

Valentina Beltrame