
Il convegno organizzato da Legambiente lo. scorso gennaio
Modena, 14 maggio 2025 – "Approfondiremo meglio, di certo però seguendo questa strada l’inceneritore non lo chiudi più". Legambiente esprime molte riserve sull’annunciata svolta della raccolta dei rifiuti. In estrema sintesi, il cambiamento annunciato ieri dal sindaco Massimo Mezzetti e da Hera a partire dal centro storico di Modena prevede l’eliminazione dei sacchi dalla strada, l’aumento dei giorni di raccolta, il divieto di esporre carrellati su suolo pubblico, e soprattutto il ritorno dei cassonetti per carta e plastica lungo le strade: non proprio i contenitori che c’erano prima dell’introduzione del sistema dei sacchi (perché comunque saranno attivabili attraverso la Carta Smeraldo). Ma comunque si tratta di cassonetti dove i cittadini potranno conferire liberamente a qualsiasi ora e in qualsiasi giorno. Si parte con 60 contenitori nella corona intorno al centro storico.
"Si capisce ancora poco della riforma della giunta Mezzetti – spiega il presidente regionale di Legambiente Davide Ferraresi – siamo in contatto con alcuni residenti del centro che vorrebbero approfondire i punti della lettera che è arrivata, per esempio sulla disposizione dei carrellati negli androni".
Sul piano dei contenuti, gli ambientalisti contestano che "è dall’inizio dell’anno che chiediamo un confronto con l’amministrazione, che non ci è mai stato concesso. Prendiamo atto tuttavia che attraverso l’introduzione dei cassonetti si perseguono obiettivi diversi rispetto a quello di garantire la qualità della raccolta differenziata che si diceva di voler comunque continuare ad assicurare attraverso il sistema di raccolta. È una decisione politica unilaterale".
Il secondo aspetto criticato da Legambiente è che "non comprendiamo come mai si dica da un lato di spingere sull’economia circolare e dall’altro si venga meno rispetto alla responsabilizzazione del cittadino: il messaggio ideale da trasmettere è che ’meno si conferisce, meglio è’ perché si limita la produzione dei rifiuti. E invece ci sembra si faccia un passo indietro". I modenesi in questo modo "hanno meno motivi di preoccuparsi, diventa un’operazione culturale di retroguardia che non collima con gli obiettivi di sviluppo sostenibile che ci si era prefissi come amministrazione comunale e che la Regione indica. Questo disallineamento andrebbe sanato".
Legambiente si dice disponibile a dialogare con le parti politiche: "Nei mesi scorsi abbiamo organizzato un convegno sul tema. Ma al momento mi sembra si faccia orecchie da mercante. Mentre resta l’elefante nella stanza: se davvero si vuole chiudere l’inceneritore entro il 2034 la strada non può essere quella di rendere più difficoltoso il controllo dei rifiuti che si conferiscono".