REDAZIONE MODENA

"Ristorazione collettiva . Meritiamo più dignità"

Il grido di Carmen Vallotta, rappresentante sindacale Cgil nel settore della ristorazione collettiva, denuncia la precarietà contrattuale e gli stipendi bassi che mettono a rischio la dignità delle lavoratrici.

Carmen Vallotta, settore ristorazione

Carmen Vallotta, settore ristorazione

"Lavoro nel mondo della ristorazione collettiva da ormai diciotto anni – le parole di Carmen Vallotta, rappresentante sindacale Cgil – e non posso nascondere che le preoccupazioni ci sono, sono parecchie e soprattutto si fanno sentire. Nel nostro settore contiamo per lo più lavoratrici donne, inquadrate con part-time da 15 o 20 ore, accettati a malincuore pur di portare uno stipendio, per quanto basso, a casa per vivere. O meglio, per sopravvivere. Molte di loro sono precarie e devono sostenere una famiglia: è ora che anche questo settore abbia dignità".

Il grido di Vallotta è forte e chiaro: "La manovra del governo non fa nulla per contrastare questa precarietà contrattuale e il nostro è tra i settori maggiormente penalizzati – continua – Bisogna invertire la rotta, a partire dagli stipendi. Purtroppo già oggi le giovani donne che lavorano nella ristorazione collettiva sono in difficoltà: c’è chi fatica a diventare indipendente perché con salari così bassi non riuscirebbe nemmeno a pagare l’affitto. Che prospettive possiamo dare alle nuove generazioni?". "Gli aumenti che ci sono stati sono risultati minimi, e totalmente insufficienti. Chiediamo – continua Vallotta – stipendi adeguati all’inflazione, per stare al passo e poter vivere dignitosamente. Bisogna prendere coscienza di quanto sta accadendo e non rassegnarsi, far sentire la propria voce per dire ’no’. I nostri diritti, sanciti dalla Costituzione, devono essere applicati su tutte le tematiche: iscrizione, lavoro, sanità. Perché con i tagli che stanno attuando, oggi siamo poveri pur lavorando e non possiamo neanche permetterci di ammalarci".

Pagina a cura

di Giorgia De Cupertinis