‘Slow Food Fast Cars’: a tavola le ricette di casa Bottura-Gilmore

Presentato il volume edito da L’ippocampo che raccoglie 85 proposte culinarie e la storia della nascita della guest house Maria Luigia. Lo chef: “Ecco perché qui sono a casa”

Modena, 6 dicembre 2023 –  ‘Slow Food Fast Cars’, con un libro di oltre 250 pagine, edito da L’ippocampo, lo chef stellato Massimo Bottura e la moglie Lara Gilmore aprono le porte della loro tenuta ‘Casa Maria Luigia’, in stradello Bonaghino, presentando le 85 ricette che abitualmente vengono servite all’interno della guest house e raccontando il percorso fatto da entrambi per realizzare Casa Maria Luigia, inaugurata nel 2019 ed oggi un grande contenitore di cucina, ma anche arte, cultura, design e motori (presente una collezione di auto e moto eccezionale). Le due anime dell’Emilia, appunto: la lentezza dell’invecchiamento dell’aceto e la velocità di una Ferrari. Proprio all’interno di Casa Maria Luigia illycaffè, di cui Massimo Bottura è chef ambassador e L’ippocampo hanno presentato il libro. “Qui sei a casa tua. Mai - spiega Bottura - avremmo pensato di creare un hotel, una bed & breakfast o qualcosa di classico. Casa perché la cosa che sentivo di più era proprio la mancanza di casa, quando viaggiavo 150-170 giorni l’anno. Ero in ogni luogo del mondo, posti bellissimi, ma privi di personalità. Cioè, se io viaggio voglio masticare il territorio, voglio sentirmi parte del territorio e quindi essendo casa tua, qui a Casa Maria Luigia tu hai la cucina sempre aperta, dove nessuno ti chiederà mai di firmare niente. Chi ci ha spinto, chi ci ha dato la motivazione per fare tutto questo era un amico, che non c’è più, che era Sergio Marchionne il quale continuava a spingermi, dicendomi - ricorda Bottura - ‘devi farlo, devi farlo’. E abbiamo trovato questo posto, una vecchia azienda agricola quasi abbandonata che abbiamo ristrutturato negli anni, un passettino alla volta, recuperando tutti quei valori di casa nostra”. ‘Slow Food Fast Cars’ racchiude 85 ricette tipiche della cucina emiliana, rivisitate. Un grande omaggio al territorio modenese ed emiliano. “Pensate, ero proprio qui in luglio con David Beckham e - uno degli aneddoti raccontati da Massimo Bottura presentando il libro Slow Food Fast Cars - c’era un sole meraviglioso, il grano oro, tutto questo roseto che faceva contrasto con questo grano. Un falco che girava sopra di noi. David mi guarda e mi fa, ‘questo per me è paradiso’. Gli ho detto: ‘Paradiso? Ma è la campagna di Modena’. Ecco come da fuori la gente guarda questi posti e noi che ci viviamo dentro, magari, non ci rendiamo conto della fortuna che abbiamo. La fortuna di vivere in Italia”. Casa Maria Luigia come un ‘Hotel California’ alla modenese, prosegue Lara Gilmore: “Volevo fortemente che questo libro uscisse nell’anno che celebra i miei trent’anni qui in Italia. È stata - racconta la moglie di Bottura - un’avventura e credo che il libro e le storie al suo interno, non solo ricette, nascano anche da questo mio percorso fatto per conoscere in fondo la città, le tradizioni culinarie, ma anche le straordinarie persone che mi hanno aiutato a fare Casa Maria Luigia: galleristi, artisti, artigiani e poi naturalmente anche Massimo, che ho conosciuto a marzo del 1993. Il libro si intitola così perché parla anche del tempo. Una delle cose che ho scoperto quando sono arrivata a Modena è questa contraddizione fra lento e veloce. Da un lato il Parmigiano Reggiano invecchiato 24 mesi, dall’altro Ferrari, Maserati”. Per la realizzazione del volume, fondamentale il contributo di Jessica Rosval, capo chef di Casa Maria Luigia: “Ricette che stupiscono contenute nel libro? Beh, a colazione c'è un piatto che è un grande piatto della Osteria Francescana, ovvero ‘da Modena a Mirandola’. Si tratta di cotechino servito a colazione, già sorprendente per tanti, però questo cotechino è stato affumicato arrosto in un forno a legna la mattina, servito sopra un biscotto di sbrisolona e rifinito con uno zabaione al marsala e il nostro aceto di ciliegio. Sembra folle - aggiunge Rosval -, però gioca anche tanto col nostro approccio di dare una colazione dolce-salato, che racconta molto del territorio, ricette tradizionali però servite in un momento inaspettato”. Fra il mese di dicembre ed inizio 2024 ‘Slow Food Fast Cars’ di Massimo Bottura e Lara Gilmore, edito da L’ippocampo, sarà presentato anche in diverse città degli Stati Uniti.

Slow Food Fast Cars, il libro di Bottura Gilmore
Slow Food Fast Cars, il libro di Bottura Gilmore

LE PAROLE DI MASSIMO BOTTURA

“Perché questo titolo? Perché Modena è proprio questo: da una parte aspetti venticinque anni per un aceto balsamico, dall’altra hai queste case automobilistiche pazzesche che costruiscono le più belle vetture del mondo. Qui sei a casa tua. Mai avremmo pensato di creare un hotel, una bed & breakfast o qualcosa di classico. Casa perché la cosa che sentivo di più era proprio la mancanza di casa, quando viaggiavo 150-170 giorni l’anno. Ero in ogni luogo del mondo, posti bellissimi, ma privi di personalità. Cioè, se io viaggio voglio masticare il territorio, voglio sentirmi parte del territorio e quindi essendo casa tua, qui a Casa Maria Luigia tu hai la cucina sempre aperta, dove nessuno ti chiederà mai di firmare niente. Ho voglia di un espresso? Allora - prosegue lo chef modenese Massimo Bottura - prendo il migliore e prendo l’Illy. Ho voglia di mangiare uno snack alle quattro del pomeriggio? Allora ho sempre a a disposizione Parmigiano Reggiano e lambrusco. Quindi capisci subito che sei a Modena, nel centro della Pianura Padana, ribattezzata food valley, ma anche motor valley. Ed ecco il titolo del libro ‘Slow Food Fast Cars’, perché Modena è proprio quello: da una parte aspetti venticinque anni per un aceto balsamico, dall’altra hai queste case automobilistiche pazzesche che costruiscono le più belle vetture del mondo. Tutto questo nasce dalla necessità di allargare l’idea di ospitalità nella nostra città. Vedevamo i clienti che arrivavano da tutto il mondo per mangiare in Osteria Francescana e poi se ne andavano immediatamente. Abbiamo detto no, dobbiamo cercare di dare loro la possibilità di rimanere nel nostro territorio, andare a scoprire che cosa sono i caseifici, le acetale, le cantine, i musei. Chi ci ha spinto, chi ci ha dato la motivazione per fare tutto questo era un amico, che non c’è più, che era Sergio Marchionne il quale continuava a spingermi, dicendomi ‘devi farlo, devi farlo’. E abbiamo trovato questo posto, una vecchia azienda agricola quasi abbandonata, che abbiamo ristrutturato negli anni, un passettino alla volta, recuperando tutti quei valori di casa, come casa nostra. C’è una stanza della musica, esattamente come a casa mia, con 8mila lp. Mia mamma aveva sempre il posto pronto per l’ospite inatteso e così abbiamo ricostruito Casa Maria Luigia, ognuno si deve sentire a casa, anche se lontano dalla propria e questo è il nostro segreto, comunicare non delle cose finte, ma la realtà: la pianura, la campagna, il grano dorato in luglio o la neve nella prima settimana di dicembre. Pensate, ero proprio qui in luglio con David Beckham e c’era un sole meraviglioso, il grano oro, tutto questo roseto che faceva contrasto con questo grano. Un falco che girava sopra di noi. David mi guarda e mi fa, ‘questo per me è paradiso’. Gli ho detto: ‘Paradiso? Ma è la campagna di Modena’. Ecco come da fuori la gente guarda questi posti e noi che ci viviamo dentro, magari, non ci rendiamo conto della fortuna che abbiamo. La fortuna di vivere in Italia”.

LARA GILMORE E UN LIBRO IN UN ANNO PARTICOLARE

“Volevo fortemente che questo libro uscisse nell’anno che celebra i miei trent’anni qui in Italia, non solo in Italia, ma a Modena, in Emilia. Una zona d’Italia che io non conoscevo. Quando studiavo non conoscevo Modena o Bologna, Parma, Piacenza. Sono arrivata qua e avevo tutto da scoprire. Negli ultimi trent’anni è stata un’avventura e credo che il libro e le storie al suo interno, non solo le ricette, nascano anche da questo mio percorso fatto per conoscere in fondo la città, le tradizioni culinarie, ma anche le straordinarie persone che mi hanno aiutato a fare Casa Maria Luigia: galleristi, artisti, artigiani e poi naturalmente anche Massimo, che ho conosciuto a marzo del 1993. Questo libro parla anche del tempo, perché una delle cose che ho scoperto quando sono arrivata a Modena è la contraddizione fra lento e veloce. Contraddizione che può anche essere anche racchiusa nella frase latina ‘festina lente’, fare le cose immediatamente, ma con la testa, con la precisione. Slow Food rappresenta il cibo lento: Parmigiano Reggiano, 24 mesi, aceto balsamico, 24 anni, e si incontra con le macchine veloci, Fast Cars, che non sono solo Ferrari, Maserati, Lamborghini. È la tecnologia, è osare, avere coraggio di cambiare le cose. E una ‘contraddizione’ aiuta l’altra, perché Slow Food ti dà le radici, le macchine veloci ti danno il senso che non puoi fermarti mai, anche se fai le cose con la testa, rispecchiando la tradizione”.

 

JESSICA ROSVAL, CAPO CHEF CASA MARIA LUIGIA

“Il volume contiene 85 ricette che raccontano questa casa. Ricette di insalate di stagione che si trovano nella cucina di Casa Maria Luigia, dove gli ospiti sono liberi di servirsi, aprono il frigo e lo trovano pieno, come quando uno torna a casa. Dolci della casa, ma anche altre ricette come il nostro studio del fuoco, ovvero barbecue brunch, che abbiamo cominciato dopo il primo lockdown, nel 2020 e che oggi ha dato ispirazione all’ultimo ristorante che abbiamo aperto, il ‘Gatto verde’, sempre qui nella proprietà. Racconta anche, Slow Food Fast Cars, delle nostre conserve. O gli amari. Ho sempre amato la cultura dell’amaro in Italia. Quando uno è a casa di un amico e dopo il secondo si tira fuori una vecchia bottiglia ‘questa l’ha fatta mio nonno’. Sembra che ogni casa italiana abbia il suo amaro. A Casa Maria Luigia abbiamo detto ‘lo facciamo anche noi’ dato che qui è come casa nostra. Ricette di amari, che uno può prendere così come sono o anche considerare come linea guida. La formazione dei ristoranti stellati portata dentro alla dimensione di casa, è questo il libro. Ricette che stupiscono? A colazione c’è un piatto che è un grande piatto della Osteria Francescana, ovvero ‘da Modena a Mirandola’: il cotechino servito a colazione, già sorprendente per tanti, però questo cotechino è stato affumicato arrosto in un forno a legna la mattina, servito sopra un biscotto di sbrisolona e rifinito con uno zabaione al marsala e il nostro aceto di ciliegio. Sembra folle, però gioca anche tanto col nostro approccio di dare una colazione dolce-salato, che racconta molto del territorio, ricette tradizionali però servite in un momento inaspettato”.