Sassuolo, un rendimento con carenza di picchi

I neroverdi non sono tra i peggiori né in trasferta né in casa. Ma sommando i due punteggi il risultato è il penultimo posto in solitaria.

Pur avendo perso a Genova, e non vincendo in trasferta dallo scorso novembre, il Sassuolo non è fra le ultime tre squadre che sinora hanno fatto peggio nella classifica dei punti ottenuti in trasferta. E non è neppure fra le ultime tre se si va a controllare il rendimento interno. Assieme alle due vittorie su due contro i campioni d’Italia dell’Inter, c’è un altro paradosso statistico nel campionato neroverde: dopo 18 partite interne e altrettante esterne, in entrambe le graduatorie, ha sempre dietro tre squadre, ma quando si tratta di sommare le due classifiche, ecco che ne esce una classifica da penultimo posto solitario. Fa specie, ma è esattamente così e, quando mancano una partita in casa e una in trasferta alla fine del torneo, il Sassuolo si trova a rimuginare anche su questi numeri. Nello specifico: davanti al pubblico amico i punti realizzati da Pinamonti e compagni sono 20, meglio dei 17 dell’Empoli, dei 13 dell’Udinese e degli 8 della Salernitana e ciò significa che, se contassero solo quelli, il Sassuolo si salverebbe. Lo stesso dicasi, al momento, per quelli ottenuti fuori: 9, contro gli 8 di Salernitana e Cagliari e i 7 del Frosinone. Come si spiegano due parziali da salvezza con un totale da retrocessione? In un unico modo, con la mediocrità, nemmeno aurea, dei risultati. A differenza delle altre contendenti (Salernitana a parte), il Sassuolo non ha picchi di rendimento né interni né esterni. Per dire: Frosinone e Cagliari in casa hanno ottenuto entrambe 5 punti in più dei neroverdi, basando lì le rispettive chance di salvezza, mentre Empoli (15) e Udinese possono ancora sperare perché sono state capaci di ottenere in trasferta ciò che è mancato loro in casa. Il Sassuolo no, ed ecco che rendimenti deficitari nell’uno e nell’altro caso, pur non essendo i peggiori, hanno prodotto un’attualità nella quale il mantenimento della categoria è appeso a un filo sottile. Per dirla con una celeberrima citazione cinematografica presa da film di Totò (era in "Totò, Fabrizi e i giovani d’oggi", una pellicola d’antan), "è la somma che fa il totale". E, mai come in questo caso, la somma di due dati apparentemente positivi nasconde in realtà un risultato aggregato che, a differenza dei film di Totò, non fa proprio ridere.

Lorenzo Longhi