REDAZIONE MODENA

Tentata corruzione in caserma: condannato

«LEI lascia stare i controlli e io in cambio le porto 10mila euro. E in aggiunta altri 5mila ogni anno». La proposta, una sorta di vitalizio ad oltranza, era arrivata lo scorso 26 febbraio da un 45enne di origini cinesi, dipendente di una sala slot di Spilamberto. Che così si era rivolto al maresciallo capo Alessandro Di Vilio, comandante da circa un anno della caserma locale dei carabinieri, tentando di fatto di corromperlo.

L’uomo, arrestato in flagranza quello stesso giorno, è ora stato condannato a un anno e nove mesi per istigazione alla corruzione. E non si tratta di un personaggio sconosciuto alle forze dell’ordine, perché nel recente passato era già stato denunciato dal Nucleo Ispettorato del lavoro per violazioni relative alle ‘macchinette’ e per l’impiego di lavoratori in nero in un’altra sala slot, situata a Savignano a seconda sala giochi di Savignano.

Lo scorso febbraio, mentre lui si trovava in Cina, il locale di Spilamberto era stato chiuso per una decina di giorni perché durante un controllo erano risultate troppe frequentazioni da parte di pregiudicati. Tornato dall’Oriente il 45enne ha trovato i sigilli all’attività, e a quel punto si è presentato direttamente in caserma per parlare in privato col maresciallo. Di Vilio ha mangiato la foglia, al primo accenno ha capito cosa stava per proporgli quell’uomo e lo ha fatto accomodare in un’altra saletta, attivando un dispositivo che ha registrato tutta la conversazione, compreso il tentativo di corruzione. Scattarono immediatamente la manette. «Ha detto che mi avrebbe consegnato i 10mila euro in un bar di Modena, dove avremmo dovuto incontrarci per un appuntamento – spiegò dopo l’arresto lo stesso Di Vilio –: in vent’anni non mi era mai capitato nulla del genere, sono rimasto sconcertato».