"Un anno senza Alessandro, dolore e rabbia"

Mamma Roberta: "Continuo a rivivere l’allontanamento del 5 dicembre 2020. Sento che è vivo ma sotto ricatto. Ricompensa a chi mi aiuta"

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L’appello: "Sento che Alessandro è vivo, è sotto ricatto. Indagate sulle sette motivazionali". La rabbia: "C’è chi mi ha fatto credere di essere in contatto con Alessandro per un tornaconto personale: sono anche disposta a pagare una ricompensa, ma solo a chi fornisce elementi certi e verificabili".

Il dolore: "Quando mi addormento la sera a volte vorrei non svegliarmi più".

Mai Roberta Carassai avrebbe pensato di doversi misurare con l’anniversario più terribile della sua vita: oggi è un anno esatto dalla scomparsa di Alessandro Venturelli, il 22enne sassolese fuggito dalla sua casa di Rometta proprio il 5 dicembre scorso.

Roberta Carassi, qual è il suo sentimento prevalente in questo momento?

"Sono ore terribili, rivivo continuamente quel giorno. E sono sempre più convinta che dietro tutto questo ci sia qualcuno che lo ricatta".

Cosa glielo fa pensare?

"Qualche giorno prima Alessandro mi diceva: ‘Soffrirò io, ma anche chi mi vuole bene’". Oppure mi raccomandava di fare attenzione ’quando esci per strada’".

Si è allontanato per mettere al sicuro voi?

"Credo che quel giorno lui dovesse incontrare qualcuno che poi per qualche ragione gli ha impedito di tornare".

Può essere finito in un brutto giro?

"All’inizio non l’avrei mai pensato, ma adesso dopo un anno sono pronta a ritrovarlo in qualsiasi situazione".

In questi ultimi mesi ha tenuto banco la ‘pista veneta’, in particolare padovana.

"Sì, anche se dalla visione delle telecamere mi hanno assicurato che non è lui.

Io non ho mai visto quelle immagini, ma mi fido della squadra Mobile di Modena e del dirigente Mario Paternoster con cui c’è un rapporto di stima reciproca. Piuttosto il problema è che sugli avvistamenti padovani c’è qualcuno che si è divertito a prenderci in giro…".

A cosa si riferisce?

"C’è chi ci ha fatto credere di essere in contatto con Alessandro, una ragazza che diceva di conoscere un ragazzo straniero che sapeva dove fosse Alessandro. Il problema è che non si riusciva mai ad arrivare al dunque. Poi abbiamo scoperto che era la moglie di un investigatore privato e ho capito che voleva che mi affidassi a loro.

Un comportamento vergognoso. Io sono anche disposta a pagare una ricompensa, ma solo a chi mi dà elementi certi e verificabili su dove si trovi Alessandro".

Perché esclude del tutto l’ipotesi dell’allontanamento volontario?

"All’inizio non la escludevo perché lui voleva continuamente dimostrare dopo l’incidente di essere a posto, di poter crescere in autonomia, e pensavo che questo gesto intendesse essere un messaggio a noi.

Poi però col tempo ho maturato la convinzione che di sua spontanea volontà non ci avrebbe mai fatto una cosa del genere, il rapporto con Alessandro era ottimo".

Ha mai preso in considerazione la possibilità che non sia vivo?

"Alessandro è vivo, lo sento e tra l’altro mi sono rivolta a diversi sensitivi che me lo hanno confermato, in particolare la sensitiva Rosemary Laboragine che mi è molto vicina in questi mesi".

Ma perché se è vivo non manda un qualche messaggio a voi, anche in codice, privato? "Perché se lo mandasse non reggerebbe dal punto di vista psicologico, finirebbe col tornare e metterci tutti nei guai, questo almeno credo sia la sua paura". Che tipo di persona o organizzazione secondo lei lo terrebbe sotto ricatto?

"Chiedo agli inquirenti se possibile di concentrarsi di più sulle sette motivazionali, di quelle che ti fanno credere che basta allenare il cervello per fare tutto quello che vuoi nella vita".

Cosa si sente di dire a chi la sta leggendo in questo momento?

"Voglio chiedere che chi sa, parli.

E’ ora di finirla dopo un anno. Sto malissimo, a volte mi addormento la sera e vorrei non svegliarmi più, questo dolore è insostenibile".

Gianpaolo Annese