LORENZO LONGHI
Sport

Il mister e il bilancio di un finale di stagione amarissimo. "Dopo Verona avremmo dovuto metterci qualcosa in più, non ci siamo riusciti»

Davide Ballardini ringraziato per il suo impegno nonostante la retrocessione del Sassuolo. Autocritica e dispiacere per non aver raggiunto gli obiettivi, con Berardi infortunato a complicare le cose.

"Dopo Verona avremmo dovuto metterci qualcosa in più,  non ci siamo riusciti"

"Dopo Verona avremmo dovuto metterci qualcosa in più, non ci siamo riusciti"

A retrocessione definita, con un’ultima partita che serve per onor di firma, Davide Ballardini (foto) è stato ringraziato ieri, prima della conferenza stampa della vigilia della sfida con la Lazio, dall’ad Giovanni Carnevali, "per tutto quello che ha fatto con il suo gruppo, sebbene l’obiettivo non sia stato raggiunto". Una chiusura con stile, non facile quando si mastica amarissimo. A Ballardini è toccato spiegare, e più che le sensazioni in vista della partita odierna ("va fatta una partita dignitosa, per rispetto"), sono appunto alcuni dei motivi per i quali oggi si saluta la A a meritare qualche riga in più. Alibi e autocritica: "Questa esperienza ci lascia tante buone cose, la consapevolezza di avere conosciuto persone serie, e il dispiacere è per non avere raggiunto un risultato che avremmo potuto raggiungere. Il tempo è stato davvero poco". L’altro, inevitabilmente, è non avere praticamente avuto mai a disposizione Domenico Berardi: "Subito a Verona abbiamo capito che alle difficoltà si aggiungevano altre difficoltà, quando in una situazione nella quale avremmo potuto segnare noi, si è invece infortunato il nostro giocatore più rappresentativo. A quel punto avremmo dovuto metterci qualcosa in più, non siamo riusciti a sopperire a ciò". Detto ciò, nelle parole di Ballardini si trova anche una frase piuttosto interessante: "Magari pensavi che non saresti stato coinvolto in una situazione così delicata perché credevi di avere qualità superiori che ti avrebbero permesso di uscirne, per la rosa, le aspettative, ma anche per l’ambiente dove non ci sono quelle pressioni, quelle spinte quelle motivazioni che ti danno altri contesti. Così ti sei trascinato, e tutto questo non ha fatto bene a nessuno".

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