
"Lascio Castelfranco. Ma devo tutto alla Virtus"
Castelfranco (Modena), 17 giugno 2024 – Tredici stagioni come una vita intera, quella di Gabriele Gibertini al Castelfranco. Uno dei numeri uno più forti del nostro calcio dilettantistico ha salutato qualche settimana fa la Virtus e ha detto di sì al Terre di Castelli. A 30 anni il guardiano classe ‘93 ha fatto una scelta difficile, lasciando quella maglia biancogialla che gli si era cucita sul petto dopo 6 stagioni in D e 7 in Eccellenza, fra imprese clamorose (la promozione sul campo in C2 poi rinunciata dalla società), trionfi (la Coppa Italia di Eccellenza vinta nel 2020) e amarezze, la più cocente nella retrocessione dalla D del 2017. "Non è stato facile - le sue parole - perché lasciare Castelfranco è stato come lasciare casa. Mi sono sempre trovato bene, sono arrivato da ragazzino e sono diventato uomo prima di tutto fuori dal campo. Magari in un calcio romantico avrei potuto pensare di finire lì la carriera, in tanti me lo hanno detto, ma a 30 anni ho pensato che fosse giunto il momento di cambiare". Gibertini era arrivato nel 2011 dalla Primavera del Modena, dopo aver "assaporato" anche la B con 7 panchina in gialloblù. Da allora il suo è stato un percorso tutto in biancogiallo, con 13 stagioni da titolare indiscusso con quasi 400 gettoni.
"Il primo anno non giocai la semifinale playoff con l’Este - ricorda - per un infortunio alla mano. E’ stato il preludio all’impresa dell’anno dopo, una squadra fantastica con De Vecchis e Formato davanti, Tammaro dietro, Selleri, poi Thomas Cortese, probabilmente il più forte con cui abbia mai giocato, straordinario anche fuori dal campo. Dopo il sesto posto in campionato grazie alla Coppa giocammo i playoff nazionali, vincendo 5-0 a Viterbo, davanti a 5mila spettatori e con Bonucci in tribuna. Una giornata memorabile, poi perdemmo la semifinale al "Mazza" con la Virtus Verona, ma eravamo già ripescati. Un po’ tutti abbiamo sperato di poter fare la C, ma penso giustamente Paolo Chezzi dopo averci provato decise che sarebbe stato un salto troppo grande". Tante gare memorabili, ma anche parate strepitose. "Fra le più belle ne metto una a Ferrara contro la Spal - prosegue Gibertini - e la gara a Porto Tolle quando eravamo già retrocessi, vincemmo 1-0 e feci almeno cinque parate decisive. Ho anche sfiorato il gol due anni fa col Borgo, ero salito su corner ma ho colpito scoordinato e il mio collega l’ha parata". Più di una squadra ha provato a portalo via da Castelfranco prima che ci riuscisse il Terre. "Il primo anno c’era una possibilità di fare la C2 - spiega - con la Tritium che aveva quasi chiuso, ma poi non hanno avuto la fidejussione e non si sono iscritti. Rimpianti? Non aver mai fatto il professionista, spesso mi sono sentito dire: Gibertini è forte ma è troppo basso… Ora voglio godermi questa nuova avventura in una società ambiziosa come il Terre, ma resterò per sempre il primo tifoso del Castelfranco".
Davide Setti