Sassuolo Il ’rimbalzo’ non è utopia

Negli ultimi dieci anni sono state sette le squadre tornate in A dopo una sola stagione in cadetteria

Sassuolo Il ’rimbalzo’  non è utopia

Sassuolo Il ’rimbalzo’ non è utopia

di Lorenzo Longhi

SASSUOLO

Retrocedere e risalire, cercare l’effetto yo-yo per tornare immediatamente, dopo la dieta forzata, al ’peso’ precedente: per il Sassuolo 2024-2025 il pensiero fisso dovrà essere questo, uno e uno solo, per sfruttare al meglio la stagione nella quale arriverà il paracadute federale ad ammorbidire, per quanto possibile, la caduta. Facile non sarà, ma l’impresa è tutt’altro che impossibile, stando a quanto hanno mostrato le ultime dieci stagioni, senza per forza voler andare troppo indietro negli anni. Sono sette le squadre che, dal 2014-15, sono tornate in A dopo una sola stagione di B, e potrebbero diventare otto se, ai playoff della cadetteria che si stanno disputando in questi giorni, alla fine dovesse spuntarla la Cremonese, curiosamente proprio la squadra con la quale Davide Ballardini aveva cominciato l’annata (e con la quale era retrocesso un anno fa).

Di fatto, meno di un terzo, considerando che le retrocesse totali del periodo preso in considerazione – e di conseguenza anche le neopromosse – sono 30. Ciò significa che il rimbalzo non è scontato e, come vedremo, la B non necessariamente si vince in carrozza ma, per quanto sia controintuitivo, permette anche di sbagliare, almeno all’inizio. Solo in una stagione, di queste dieci, due retrocesse sono tornate subito in A: annata 2021-22, dalla A alla B scendono Cagliari, Genoa e Venezia, ma dalla B 2022-23 la scorsa primavera riescono a tornare nella massima serie le due squadre rossoblù. I liguri lo fanno direttamente, col secondo posto, i sardi attraverso i playoff, ma in entrambi i casi c’è una costante: sia Genoa che Cagliari in A ci tornano rimontando e dopo avere cambiato allenatore, i primi con Gilardino al posto di Blessin dalla sedicesima giornata, i secondi con Ranieri per Liverani, dopo un avvio al di sotto delle aspettative.

Nel periodo preso in considerazione, immediate e dirette sono state anche le promozioni del Cagliari di Rastelli nel 2015-16 (primo), del Verona di Pecchia 2016-17 (secondo dopo il duello col Frosinone) e dell’Empoli 2017-18, primo per distacco pur avendo cambiato allenatore, da Vivarini ad Andreazzoli. Fondamentali gli attacchi per tornare in A senza passare dai playoff: nel Cagliari (78 reti) Joao Pedro e Farias ne segnarono 27 in due, nell’Empoli (88 gol) Caputo da solo ne siglò 26, nel Verona (64) Pazzini ne fece 23. Retrocesse e tornate in A attraverso la coda stagionale, più o meno fortunosamente, furono invece il Bologna 2014-15 e il Verona 2018-19. I rossoblù (quarti) cambiarono allenatore appena prima dei playoff, da Lopez a Delio Rossi e risalirono pur senza un bomber (Cacia si fermò a 11 reti), e così pure il Verona, quinto quattro anni dopo, capace di cambiare anch’esso tecnico prima dei playoff (da Grosso ad Aglietti) e con Pazzini che oltre le 10 reti non andò. Insomma, calma e gesso: delle sette promozioni qui citate, solo in due occasioni l’allenatore è rimasto lo stesso dall’inizio alla fine, perché il contraccolpo si sente. Ma tornare subito in A si può, se non si perde la testa alle prime difficoltà.

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