Grafica Veneta, Zaia rompe il silenzio: "Franceschi ha donato 13 milioni di mascherine"

"Abbiamo 600mila imprese, se c'è qualche mela marcia paga, ma da qui a dire che tutti i nostri imprenditori sono dei lazzaroni no", così Zaia commenta l'inchiesta per sfruttamento del lavoro che ha travolto l'azienda

Il governatore del Veneto, Luca Zaia

Il governatore del Veneto, Luca Zaia

Padova, 30 luglio 2021 – Dopo giorni di attesa, Zaia rompe il silenzio sulla vicenda che ha travolto Grafica Veneta, finita sotto inchiesta per l'ipotesi di caporalato. A spingere il governatore a parlare sono state le polemiche sollevate dall'opposizione sui presunti legami con il presidente del gruppo, Fabio Franceschi, che durante la prima ondata della pandemia aveva convertito le rotative per creare mascherine di comunità, che ha in parte poi donato alla Regione.

"Posso solo parlare bene di Fabio Franceschi e della sua azienda, per come la conosco. Non faccio l'avvocato difensore perché non è il mio ruolo, però non posso neanche accettare di vedere commenti che vanno a riesumare un atto di assoluta pura donazione che lui ha voluto fare. Franceschi ha avuto l'intuizione di utilizzare il 'tessuto non tessuto', ha realizzato delle mascherine di comunità previste da un articolo di legge fatto dal governo Conte 2, e ce le ha letteralmente regalate, 13 milioni di pezzi". Sono queste le parole del presidente del Veneto, Luca Zaia, in merito all'indagine sul caporalato che ha colpito l'azienda Grafica Veneta.

Due dirigenti dell'azienda sono finiti agli arresti domiciliari per presunto sfruttamento del lavoro, da quel momento è scoppiata una bomba. A una settimana dal blitz della Procura, il governatore Zaia spezza una lancia nei confronti del presidente del gruppo, Fabio Franceschi, che ieri ha raccontato di avere ricevuto in questi giorni “messaggi intimidatori e addirittura contenenti minacce di lesioni o di morte”.

"Penso che i fatti siano non gravi, ma gravissimi. Penso che il racconto di una persona trovata lungo una strada con le braccia legate picchiata e poi di altri che hanno subito la stessa cosa meriti assolutamente giustizia. Dopodiché i processi si celebrano nei tribunali, non in strada e tanto meno sui giornali", sottolinea Zaia. Parlando di Franceschi, il governatore sottolinea: “ha un'azienda che dà lavoro a 600 dipendenti che vengono remunerati con 26 milioni di euro all'anno – prosegue Zaia – la cooperativa della quale si parla (gestita da 9 pakistani, arrestati, che secondo l'accusa reclutavano e assumevano gli operai con contratti interinali, ndr) è stata assoldata a far dei lavori con un appalto per 267.000 euro, cioè lo 0,01% degli stipendi pagati in quell'azienda. Allora io penso che chi ha sbagliato debba pagare, anche per il danno di immagine che viene fatto. L'adagio è stato quello che sembra che qua ci sia il regime di schiavitù. Io mi sento di difendere le nostre imprese. Se c'è qualcuno che sbaglia paga. Noi abbiamo 600mila imprese, se c'è qualche mela marcia paga, ma da qui a dire che tutti i nostri imprenditori sono dei lazzaroni no sinceramente".