PATRIZIA TOSSI
Padova

Tumore al cervello, scoperto a Padova un indice che predice la sopravvivenza: “Spunti per nuove terapie”

Lo studio sul glioblastoma (oggi incurabile) ha segnato il punto di svolta: ecco tutte le novità. Nel team guidato dall’ateneo patavino, anche lo Iov e le università di Berlino e Bordeaux

Tumore al cervello

Tumore al cervello

Padova, 26 settembre 2023 – Predire la sopravvivenza dei tumori cerebrali oggi si può. Lo hanno dimostrato i ricercatori dell’Università di Padova in un importante studio che potrebbe portare ad una svolta nella prognosi del glioblastoma, un tumore cerebrale maligno per il quale non esistono ancora terapie efficaci. Lo studio rivela anche una novità assoluta: la creazione di un indice diagnostico non invasivo e possibili spunti per nuovi approcci terapeutici.

“I risultati di questo studio dimostrano come l’approccio al glioblastoma non possa non considerare lo speciale organo nel quale cresce, il cervello umano”, ha sottolineato Maurizio Corbetta, coordinatore dello studio. “Le evidenze emerse da questa ricerca – continua – oltre ad aver portato alla creazione di un indice diagnostico non invasivo, forniscono possibili spunti e indicazioni per nuovi approcci terapeutici”. Ecco cosa hanno scoperto i ricercatori patavini. 

La ricerca

La prestigiosa rivista scientifica americana Jama Neurology ha pubblicato i risultati di una ricerca sul glioblastoma, frutto di una collaborazione tra le Università di Padova, Berlino e Bordeaux e l’Istituto Oncologico Veneto di Padova. Lo studio, condotto da un team di ricercatori tutto padovano, ha dimostrato che la prognosi del glioblastoma dipende dalla densità delle connessioni cerebrali. A coordinare il pool di ricercatori padovano è stato Maurizio Corbetta, direttore della Clinica Neurologica dell’Azienda Ospedale Università di Padova.

Le novità dello studio

Nel lavoro ‘White Matter Tract Density Index Prediction Model of Overall Survival in Glioblastoma’, il gruppo di ricercatori ha dimostrato che la prognosi di questa malattia dipende anche e soprattutto dalla densità di connessioni strutturali (i fasci di fibre che connettono le aree cerebrali tra di loro) nella regione in cui si sviluppa il tumore.

In particolare si è visto che, quando il tumore cresce in aree ad alta densità di fibre, la sopravvivenza dal momento della diagnosi è più breve. Viceversa, quando il glioblastoma si localizza in regioni cerebrali a bassa densità di fibre, la prognosi è migliore. Il motivo può consistere nel fatto che quando il tumore cresce in regioni in cui ci sono più fibre – ovvero più “strade” – ha maggior probabilità di diffondersi alle restanti regioni del cervello.

Cos’è il glioblastoma

Il glioblastoma è il più comune tumore cerebrale maligno. Al momento è ancora incurabile: non ci sono terapie efficaci. Finora la maggior parte degli sforzi su questa malattia si sono concertati sulle caratteristiche del tumore stesso: le sue mutazioni, le sue interazioni col sistema immunitario, la risposta alla terapia. In questa ricerca, invece, l’attenzione è stata posta sulle caratteristiche dell’organo in cui si sviluppa questo tumore: il cervello.

Il cervello è costituito dai neuroni e dall’insieme delle fibre che connettono tra di loro le aree cerebrali, che costituiscono il “connettoma”. Le connessioni sono quindi paragonabili a delle strade, che mettono in comunicazione le varie regioni del cervello.

Il punto di svolta

La particolare strategia – messa a punto dai ricercatori Alessandro Salvalaggio, Lorenzo Pini e Maurizio Corbetta – permette di calcolare un indice di densità delle fibre di sostanza bianca dove cresce il tumore senza necessità di esami specifici, ma soltanto partendo dalla risonanza magnetica cerebrale che tutti i pazienti eseguono prima dell’intervento chirurgico. La scoperta dei tre ricercatori è anche oggetto di un brevetto italiano ed internazionale.