Pesaro, in prima assoluta la Petite (jazz) messe solennelle, sabato 16 novembre

Al teatro Rossini il 16 novembre l'ultima opera sacra di Rossini in forma jazzistica

Uri Caine, Paolo Fresu, Daniele di Bonaventura

Uri Caine, Paolo Fresu, Daniele di Bonaventura

Pesaro 9 novembre 2019 – “Credo che Rossini avrebbe apprezzato questa rilettura della sua ultima opera sacra”, sostiene il musicista marchigiano Daniele di Bonaventura che insieme al trombettista Paolo Fresu ed al pianista Uri Caine, proporrà in prima assoluta la Petite (jazz) messe solennelle, in programma, per iniziativa del Rossini Opera Festival, sabato 16 novembre al Teatro Rossini (ore 21). Una contaminazione fra musica classica e jazz che si avvale di tre grandi interpreti di livello internazionale, fra i più importanti musicisti jazz contemporanei.

L’opera, considerata il testamento spirituale del compositore, fu composta nella villa di Passy nel 1863: Rossini morirà cinque anni dopo, il 13 novembre 1868. Nella sua versione originale, dedicata alla contessa Louise Pillet – Will, ha un organico formato da dodici cantanti (quattro solisti e un coro di otto elementi), due pianoforti e harmonium. “Ci siamo avvicinati all’opera di Rossini con molto rispetto – spiega di Bonaventura. Personalmente sono rimasto rapito dall’ascolto di questa composizione che non esito a paragonare al Requiem di Mozart.

La Messa colpisce per la sua liricità, per la struttura armonica che anticipa molte idee armoniche dei romantici tedeschi e per le sue caratteristiche timbriche. Al di là della formazione classica – aggiunge di Bonaventura - suono il bandoneon come autodidatta. Si tratta di uno strumento che, prima di divenire simbolo della musica argentina e del tango, ebbe le sue origini in Germania, dove veniva utilizzato per accompagnare le funzioni liturgiche. In questa versione della Messa sostituisce l’harmonium della partitura originale”.

La Petite (jazz) messe solennelle rappresenta l’ultimo capitolo delle celebrazioni per il 150° anniversario della morte di Rossini. Il 2018 è stato per il Rossini Opera Festival un momento di svolta sia perché si è dato il via a un progetto di estensione della propria attività sia per l’esplorazione di nuovi linguaggi che interpretano le pagine della musica rossiniana alla luce di nuovi codici espressivi. “Abbiamo agito in questa prospettiva - sostiene di Battista - utilizzando strumenti inusuali senza mai stravolgere tuttavia una composizione che è stata scritta in modo perfetto.

Sarà un’esecuzione in cui avrà una parte importante l’improvvisazione ma l’opera di Rossini sarà sempre riconoscibile nelle sue caratteristiche fondamentali, così come nella scansione dei quattordici pezzi che la compongono. È un immenso onore poterla eseguire a Pesaro e nel teatro dedicato a Rossini”. “Si tratta di una partitura – ha aggiunto il sovrintendente del Festival, Ernesto Palacio - che si presta molto bene ad essere rivisitata in chiave moderna e che tutti attendiamo con grande curiosità”. “Un progetto di assoluto valore - ha concluso il presidente del Rossini Opera Festival, Daniele Vimini – che mette in luce il forte impatto emotivo, sia laico che religioso, che contraddistingue la Petite messe solennelle”. Biglietti – da 10 a 35 euro, in vendita alla biglietteria del Teatro Rossini.