"A Urbino serve una biblioteca per far dialogare"

La proposta viene da Antonella Agnoli, consulente-progettista del settore

"A Urbino serve una biblioteca per far dialogare"

"A Urbino serve una biblioteca per far dialogare"

Nella "città che verrà" immaginata dal candidato sindaco Federico Scaramucci e dalla coalizione che lo sostiene, Urbino dovrà ritrovare una maggior socialità e l’intreccio tra studenti e residenti e tra diverse generazioni. Per farlo, serviranno dei luoghi in cui tale incontro possa avvenire, a partire da una biblioteca civica.

"Vogliamo che sia un ambiente di conoscenza, svago e convivenza tra persone – spiega –. Per socialità non intendiamo solo il divertimento del giovedì sera, il tema è come vivere questa città, sia il centro, sia il territorio, dove mancano tantissimi spazi di incontro e confronto, che potrebbero anche aiutare la creazione d’impresa. Secondo noi, le città moderne sono amministrate tramite ascolto e condivisione, poi arriva l’azione".

Luogo cardine di tale visione è la Data: "È il più adeguato a ospitare una biblioteca civica per l’intero territorio – prosegue –. Però, prima di decidere, servirà un confronto coi cittadini. Poi dovremo riaprire dei centri di aggregazione, anche nei borghi, e redigere un nuovo piano strategico per la città, da sviluppare adottando un metodo partito a Bologna: l’amministrazione condivisa. Sono patti di collaborazione con cittadini che fanno volontariato civico e associazioni disponibili a gestire spazi, fare iniziative e organizzare attività".

A proposito di amministrazione, secondo Oriano Giovanelli ex sindaco di Pesaro, capolista di Urbino rinasce e parte della coalizione, in città si è abbassato il "livello dell’aspettativa su ciò che davvero un’amministrazione possa fare. Passa l’idea che possa solo asfaltare, quando, in realtà, ha potenza d’iniziativa su tanti temi. Il sindaco deve circondarsi di competenze adeguate a realizzare progetti di respiro e di valore. In questo contesto, una biblioteca civica può svolgere un ruolo di socialità, comunità e relazioni, consentendo di riconnettere le parti della città scollegate".

Per parlare del tema è stata chiamata anche Antonella Agnoli, autrice e consulente-progettista di numerose biblioteche, che spiega: "Credo sia molto coraggioso far partire una campagna elettorale da un tema del genere. Le biblioteche sono luoghi in cui pregiudizi cadono, dove si siedono accanto persone di ogni estrazione sociale, cosa che fuori difficilmente vedresti. Tema fondamentale è la gratuità, perché ormai le città si sono vendute al turismo, è tutto a pagamento, sottraendo spazi alla vita dei cittadini. Infine c’è l’aspetto della conoscenza: dobbiamo ricreare luoghi in cui elaborare insieme un pensiero. Ne va della democrazia".

Nicola Petricca