ELISABETTA ROSSI
Cronaca

Pesaro, aggressione in carcere. Nove agenti in ospedale

Il Tyson di Villa Fastiggi è un 23enne extracomunitario: ha lanciato il pc contro le divise, perchè non riusciva a fare la videochiamata

Un cella a Villa Fastiggi (Fotoprint d'archivio)

Pesaro, 19 agosto 2020 - Ha mandato all’ospedale nove agenti della polizia penitenziaria. Il "Tyson" del carcere è un detenuto extracomunitario di 23 anni che ieri ha trasformato in un ring l’ufficio di sorveglianza, lanciando il computer contro l’ispettore e menando pugni e calci contro gli altri otto poliziotti intervenuti in aiuto del collega. A far esplodere quella furia alcuni problemi tecnici (poi risolti) che gli avrebbero fatto saltare la videochiamata con i famigliari. Così si è scagliato contro gli agenti che cercavano di calmarlo.

Nella colluttazione sono tutti rimasti feriti e hanno avuto ciascuno un minimo di 10 giorni di prognosi. Sul detenuto pende invece la denuncia per lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. Il segretario regionale Uspp Marche, Alessandro Scognamiglio fa sapere che quello di ieri è stato solo l’episodio più grave di questi ultimi "giorni di fuoco a Villa Fastiggi". Una settimana fa un detenuto italiano ha sputato in faccia a un agente. A Ferragosto alcuni poliziotti si sono feriti nel fermare un detenuto che stava cercando di tagliarsi con una lametta.

"La situazione è drammatica – attacca Scognamiglio – Rischiamo aggressioni quasi ogni giorno. E abbiamo le mani legate. Per calmare le teste più calde siamo costretti a prendere botte, calci e pugni, perché poi se qualcuno dei detenuti si dovesse far male, siamo noi ad avere la peggio. Preferiamo subire piuttosto che pagare gli avvocati. Ma la pazienza è ormai pari al grado di sicurezza in cui ci troviamo ad operare a Pesaro. Zero. A Pesaro vige l’impunità. Il detenuto di ieri aveva già sradicato un termosifone ed era salito sul muro dei passeggi. Ma non è mai stato trasferito. E dopo l’episodio di ieri è stato addirittura rimesso in regime aperto. Inaccettabile".

Tanto che "è stato proclamato il 3 giugno scorso lo stato di agitazione – continua il sindacalista – Una manifestazione concertato dalla nostra sigla insieme alla Uil, Osapp, Cnpp marche e da ultimo anche la Cisl. Oltre allo stato di agitazione, abbiamo richiesto anche l’intervento del provveditore regionale. Purtroppo i dati oggettivi continuano a dire un’unica verità. E cioè che la gestione dell’istituto pesarese è fallimentare. Il Prap ci aveva chiesto di aspettare il mese di settembre per ulteriori azioni. Ma ora non c’è più spazio per il dialogo. Vogliamo un intervento dei tavoli superiori celere e risolutivo".