
Amore, più Iva, più pienone. Checco spopola
Sold out per Checco Zalone alla Vitrifrigo Arena con il suo ultimo spettacolo "Amore + IVA". L’Astronave è stata presa d’assalto già un paio d’ore prima dell’inizio della performance. Gente di tutti i tipi e di tutte le età per assistere al monologo dell’attore pugliese. Non solo pesaresi, manche tante persone arrivate da altre regioni. Questo dimostra quanto lo showman sia amato. Zalone torna nei teatri dopo 11 anni di assenza con "Amore + Iva". Sul palco con lui 4 musicisti e due performers, per un tour che durerà un anno in tutta Italia. Uno degli eventi teatrale dell’anno.
"Amore + Iva" è stato scritto con Sergio Maria Rubino e Antonio Iammarino. Sugli spalti del p alas di Via Gagarin anche uno striscione con scritto "Capurso c’è" affisso dai fans della città dove è nato 45 anni fa il regista di "Cado dalle nubi". Non sono mancati nello spettacolo riferimenti all’attualità, all’evoluzione e al cambiamento dei costumi. Performer completo, anche cantante e musicista, Zalone ha coinvolto gli spettatori tra risate e buon umore, creando tuttavia varchi anche per la riflessione e persino per la commozione. I 4 musicisti che l’hanno accompagnato sono Antonio Iammarino alle tastiere, Felice Di Turi alla batteria, Egidio Maggio alla chitarra e Pierpaolo Giandomenico al basso, e due performers Alice Grasso e Felicity. Checco apre con un video con la musica dei Ricchi e Poveri e imitando Putin. Poi esordisce con la parodia tra Nord e Sud. Tra poveri e ricchi. E spiega la motivazione del nome della sua rappresentazione. Facendo sarcasmo sull’ordine dei dentisti. Ed è subito musica, con l’entrata in scena della sua band con cui lavora insieme da venti anni. "Immaginiamoci come fossimo in una aula di una classe di una scuola nella quale parleremo d’amore". La scenografia quindi una lavagna e una cartina dell’Italia. Il "maestro" Zalone parte subito con il botto parlando delle famiglie arcobaleno a Predappio. Poi si trasforma in rap Ragadi che fa il verso a tutti i cantanti del genere arricchiti che ostentano l’opulenza. Poi porta in giro Montecchio e Case Bruciate e la Pesaro bene. C’è anche spazio per parlare di Pandemia e chiusura di tutto. Tutto affrontato con ironia tagliente. Si ride ma amaro. Zalone strappa risate, ma fa anche riflettere. Gli applausi sono ripetuti e sinceri. Parole, musica e video. Testi intelligenti e popolari.
C’è anche il momento in cui l’artista a tutto tondo esce travestito da Riccardo Muti svelando la prima infanzia del noto direttore d’orchestra. Insomma Zalone racconta, canta, imita e soprattutto mostra uno spaccato della quotidianità di ognuno di noi. Lo fa con la sua potenza comunicativa che coinvolge con una leggerezza che pesa per qualità e valore.
Beatrice Terenzi