ANTONELLA MARCHIONNI
Cronaca

Ana crollava sotto le coltellate del marito. L’urlo del figlio maggiore: "Papà, cosa fai?"

Sentito in aula protetta dal gip il ragazzo, 14enne: con lui anche la sorella. Sono apparsi ambedue sereni nel ricostruire la tragedia

L’arrivo ieri mattina del cellulare in tribunale che trasportava il marito di Diana. Sopra la coppia, a destra i carabinieri sul luogo del delitto nel settembre scorso

L’arrivo ieri mattina del cellulare in tribunale che trasportava il marito di Diana. Sopra la coppia, a destra i carabinieri sul luogo del delitto nel settembre scorso

"Papà, ma cosa stai facendo?". Davanti ai suoi occhi c’era la mamma accoltellata a morte da suo padre. Stretti di fianco a lui sua sorella e il fratellino di sei anni. E’ la ricostruzione fatta ieri mattina dinanzi al gip Giacomo Gasparini da parte del figlio maggiore, 14enne, di Ana Cristina Duarte Correia, 38 anni, accoltellata nella sua casa di Saltara la notte tra il 6 e il 7 settembre per mano di suo marito, il 54enne Ezio Di Levrano. L’udienza è stata a porte chiuse e sono stati ascoltati, uno dopo l’altro, il figlio maggiore, per circa un’ora e mezza e poi la 12enne. Entrambi hanno risposto alle domande del gip in audizione protetta e, divisi da un muro, non hanno incrociato lo sguardo con quello del padre, che ha voluto essere presente in aula a fianco del difensore Salvatore Asole. Ad assistere i minori c’era invece l’avvocatessa Francesca Conte.

"Sono state confermate tutte le dichiarazioni che i ragazzi avevano fatto nell’immediatezza dei fatti – racconta l’avvocato Conte -, cioè il pregresso di maltrattamenti, le denunce fatte da Ana anche in Sardegna (dove la famiglia aveva precedentemente vissuto ndr.) e poi ritirate, come purtroppo spesso accade tragicamente in questi casi". L’avvocato ha poi ricostruito, in base al racconto dei ragazzi, cosa è successo quella notte. "I ragazzi hanno assistito in diretta all’accoltellamento, il figlio grande ha cercato di intervenire in favore della mamma dicendo al padre ‘che c... fai?’, però purtroppo non ha potuto fare niente per salvarla. Sono accorsi tutti e tre perché sono dei ragazzi molto uniti, l’ha confermato anche la ragazza".

I due adolescenti ieri mattina sono apparsi sereni. "La comunità in cui si trovano sta facendo un ottimo lavoro sui ragazzi – continua l’avvocato -, il giudice è stato assolutamente bravo e professionale nel porre domande e di fianco a loro durante l’udienza c’erano anche gli psicologi. Entrambi, durante la deposizione, erano consapevoli e sereni. Penso che piano piano stiano elaborando quello che è successo. Io auguro loro tutto il bene, un 2025 che li possa portare fuori da quest’incubo terribile".

E su quale possa essere stato il movente che ha portato l’indagato a infierire più volte contro Ana, con un coltello a serramanico, il difensore Salvatore Asole ipotizza la gelosia nei confronti di una relazione extra coniugale della moglie scoperta dal marito poco tempo prima. "Penso che non verrà contestata alcuna premeditazione – commenta l’avvocato Asole -. In lui c’era rabbia per quello che aveva saputo". A proposito di ciò che quella notte possa aver scatenato la follia l’avvocato della difesa anticipa che "abbiamo un accertamento tecnico informatico in corso, nel momento in cui tra di loro è scoppiata la lite, quella notte, è successo qualcosa, potrebbe essere un messaggio, una telefonata, una videochiamata".