zdi Giorgia Monticelli
Mancano pochi giorni all’apertura dei servizi per l’infanzia comunali, eppure c’è ancora grande confusione sull’utilizzo del Green pass. Per ora c’è solo una certezza: il certificato verde è obbligatorio per le educatrici che lavorano all’interno dei nidi ma ancora rimane il forte dubbio per i genitori che accompagnano i propri figli o assistono all’inserimento nei nidi. "Noi ci atteniamo al decreto legge 111, che obbliga solo il personale scolastico ad essere in possesso di Green pass. Non sono presenti passaggi su genitori o visitatori – afferma l’assessora Giuliana Ceccarelli, con delega ai servizi educativi – rimangono comunque valide le restrizioni adottate durante la pandemia quali: limitare la presenza all’interno delle strutture a visite strettamente necessarie; scaglionare gli ingressi in orari differenti durante tutta la giornata e mantenere distanze di sicurezza e mascherina sempre sul viso". Parole, quelle della Ceccarelli, che suggeriscono l’assenza di obbligo di certificato verde per visitatori e genitori all’interno dei nidi. Negli asili privati, però, ognuno gestisce a modo suo la situazione: attualmente c’è chi decide di non accogliere famiglie sprovviste di Green pass e chi invece nemmeno si pone il problema: "Ho deciso personalmente di non accettare bambini che vengono da famiglie non vaccinate, per me è fondamentale garantire la sicurezza a tutti i piccoli, e anche ai dipendenti, che ospito nella struttura – ha sottolineato Adriana Rebollo, titolare del nido ‘4 Kids’ – per limitare la presenza degli adulti all’interno dell’asilo ho deciso di incontrarli all’esterno, prima dell’inserimento, per instaurare con loro un rapporto chiaro e preciso". I genitori sembrano apprezzare il metodo drastico ma chiaro della titolare, spiegando che si sentono più sicuri a lasciare i loro bambini in una struttura dove sono certi che chiunque entri sia vaccinato: "In famiglia, noi adulti abbiamo tutti il Green pass – ha raccontato Giulia Mioni – è una sicurezza in più per noi genitori". E anche Sonia Agnello condivide: "Ora sono incinta e ancora non ho avuto la possibilità di fare il vaccino, ma non appena sarà possibile correrò a farlo. In famiglia sono tutti vaccinati e vorrei che chi entrasse in contatto, per così tanto tempo, con i miei figli sia tutelato e non rischi di espandere il virus".
Al Babylandia invece si respira un’aria diversa, tutti possono entrare, seppur sempre scaglionati e per tempo limitato, senza bisogno di Green pass: "Non chiediamo il Certificato verde ai parenti e visitatori, i genitori stanno pochissimo all’interno della struttura – ha spiegato la titolare Chiara Mancini – per coloro che si avvicinano all’inserimento e che quindi rimangono per circa un’ora in asilo, per poi ridurre sempre più la presenza, chiediamo di tenere sempre la mascherina su bocca e naso e di rispettare le norme, ma nessun bisogno di Green pass. Intanto aspettiamo ancora direttive più chiare da parte delle istituzioni, ma per ora siamo organizzati così". E i genitori, anche in questo caso, sembrano essere soddisfatti del lavoro delle insegnanti: "Noi in famiglia siamo tutti vaccinati ma credo sia eccessivo chiedere il Green pass anche ai genitori – sostiene Eleonora Guiducci – stiamo talmente poco all’interno delle strutture, e sempre con mascherina e distanziamento, che non vedo la necessità di dover essere vaccinati per accedervi, un’esagerazione".